“una delle redditività più basse”, rischio di numerosi fallimenti per i piccoli marchi

“una delle redditività più basse”, rischio di numerosi fallimenti per i piccoli marchi
“una delle redditività più basse”, rischio di numerosi fallimenti per i piccoli marchi
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La Francia conta 3.700 librerie indipendenti, una cifra in aumento dal 2019, secondo l’Unione francese delle librerie (SLF).

Questo dinamismo è quello di un settore i cui imprenditori, che devono fare i conti con margini molto ridotti, e dipendenti, spesso confinati a retribuzioni prossime al minimo legale, sono “guidati dalla passione per la propria professione”, secondo la loro organizzazione.

Cattive prospettive

Xerfi rileva “una redditività tra le più basse nel commercio al dettaglio”, con un utile netto che ha rappresentato l’1,1% del fatturato nel 2022. Escludendo gli alimentari, solo i negozi di scarpe, computer e fiori rendono meno BUONI.

Dopo un 2021 eccezionale, un 2022 più ordinario e un 2023 mediocre, le prospettive non sono buone per il 2024 e il 2025, secondo le proiezioni dell’azienda. Di fronte ad un mercato dei libri stagnante e ai costi in aumento (costi del personale, affitti, trasporti, energia), le grandi librerie dovrebbero vedere la loro redditività rimanere stabile all’1,7% nel 2025, mentre le librerie medie dovrebbero vedere diminuire allo 0,8% e le piccole quelli si ritrovano in rosso, al -1,3%.

“Entro il 2025 le librerie dovranno realizzare un fatturato aggiuntivo compreso tra il 5 e l’8% per compensare il prevedibile aumento dei loro costi”, stima in conclusione Xerfi. Questa crescita “sembra altamente improbabile”, ha spiegato alla stampa all’inizio di giugno la vicepresidente dell’SLF Amanda Spiegel.

Concessioni

Ha invitato le autorità pubbliche e gli altri attori del mercato del libro (editori, distributori e distributori) a fare delle concessioni, altrimenti molte imprese abbasserebbero il sipario. “In assenza di misure a favore delle librerie, la maggior parte di esse si ritroverà in deficit entro due anni”, ha affermato. I librai vogliono “una drastica riduzione” della produzione, che “ci consentirebbe di svolgere il nostro lavoro in modo molto più qualitativo”, ha affermato.

Ha inoltre esortato i gruppi editoriali ad applicare sistematicamente ai rivenditori di libri tariffe altrettanto vantaggiose di quelle concesse ad altri venditori di libri, come Amazon. E per allinearsi alle pratiche commerciali dei due gruppi più virtuosi, Editis e Madrigall.

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