“Tempio tossico della vergogna”: il voto negativo di McDonald’s, Subway e Couche-Tard

“Tempio tossico della vergogna”: il voto negativo di McDonald’s, Subway e Couche-Tard
“Tempio tossico della vergogna”: il voto negativo di McDonald’s, Subway e Couche-Tard
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Quasi 17 rivenditori in Canada e negli Stati Uniti, tra cui McDonald’s, Subway e Alimentation Couche-Tard, hanno ricevuto un voto F per aver fallito nei loro sforzi volti a proteggere i consumatori dalle sostanze chimiche e dalla plastica pericolose presenti nei loro prodotti.

Secondo il Retailer Report 2024 della Retailer Report Card, pubblicato giovedì da Toxic Free Future, i 50 maggiori rivenditori negli Stati Uniti e in Canada hanno ricevuto un voto medio di D+.

Questi rivenditori presumibilmente non hanno adottato le misure necessarie per garantire la sicurezza dei prodotti che vendono riducendo l’uso di sostanze chimiche tossiche e plastiche dannose, afferma il rapporto.

Di questi, 17 hanno ricevuto una valutazione F, tra cui McDonald’s, Subway e Alimentation Couche-Tard, inserendoli nella categoria “Toxic Hall of Shame” del rapporto.

Ecco alcuni giganti della ristorazione con voti negativi
  • McDonald’s
  • Chipotle
  • Metropolitana
  • KFC
  • Tacos Bell
  • Pizza Hut
  • Inzupparsi

Altri rivenditori hanno ricevuto un voto negativo, come la catena di supermercati canadese Sobeys, il supermercato 7-Eleven, la catena canadese di minimarket Alimentation Couche-Tard, Publix e Trader Joe’s.

Solo cinque aziende tra i 50 rivenditori hanno ricevuto una valutazione A o A-. Questi includono Apple, Sephora, Target e Walmart.

Altre tre società, tra cui Ulta Beauty, IKEA e Whole Foods Market, hanno ricevuto un voto B, mentre altre 26 hanno ricevuto i voti C e D.

Ignoranza tra i rivenditori

Mentre il 56% dei rivenditori ha dichiarato di impegnarsi a evitare l’uso di sostanze chimiche e plastica problematiche, i risultati del rapporto 2024 dimostrano il contrario.

Il rapporto rileva anche l’ignoranza dei rivenditori, precisando che il 54% di essi non chiede ai fornitori informazioni sugli ingredienti o sul confezionamento dei prodotti.

Non sapere quali prodotti chimici o plastiche vengono utilizzati renderà loro impossibile valutare i pericoli.

Le catene di ristoranti e i negozi “dollari” si collocano agli ultimi posti tra i settori del commercio al dettaglio valutati.

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