Secondo la Corte dei Conti andrebbero eliminati diversi vantaggi fiscali dedicati ai pensionati.
Dopo il rinvio della rivalutazione di tutte le rendite di vecchiaia, inizialmente prevista per gennaio 2025, un'altra brutta notizia potrebbe colpire 17 milioni di pensionati. Ciò non influirà sulle loro entrate, ma piuttosto sulle loro spese. Questi aumenteranno, poiché gli anziani potrebbero presto essere costretti a pagare più tasse.
Infatti, in un recente rapporto, il Consiglio per le Detrazioni Obbligatorie (CPO), un'istituzione collegata alla Corte dei Conti, raccomanda una profonda revisione dei vantaggi fiscali concessi ai pensionati. Il rapporto prende di mira in particolare la riduzione fiscale del 10% di cui beneficiano automaticamente tutti i pensionati dal 1979. Questa misura, introdotta da Raymond Barre più di 40 anni fa, consente ai pensionati di detrarre fino a 4.321 euro dalla base imponibile nel 2024. Inizialmente concepita per ridurre il carico fiscale sui pensionati a basso reddito, questo provvedimento costa ormai allo Stato più di 4 miliardi di euro all’anno.
Il CPO evidenzia una disuguaglianza nella distribuzione di questo vantaggio: il 30% del costo totale della misura va a beneficio del 10% dei pensionati più ricchi, cioè quelli il cui tenore di vita supera i 3.290 euro al mese. Di fronte a questa osservazione, l'istituzione propone di condizionare questa riduzione alle risorse dei beneficiari. Ma nel mirino della Corte dei Conti ci sono anche altre agevolazioni fiscali dedicate ai pensionati.
Il rapporto suggerisce di modificare l'aliquota CSG ridotta applicata alle pensioni di anzianità, la cui eliminazione per i più ricchi potrebbe generare tra 100 e 500 milioni di euro di risparmi. Viene messa in discussione anche la quota aggiuntiva di metà imposta concessa alle persone sole che hanno allevato un figlio da almeno cinque anni.
Infine, il credito d’imposta per l’assistenza personale non sfugge alle raccomandazioni del CPO. Attualmente fissata al 50%, potrebbe essere ridotta al 40% per i servizi non legati alla dipendenza o all'assistenza all'infanzia. Questa misura, che rappresenta una spesa di 6 miliardi di euro per lo Stato, è utilizzata soprattutto dalle famiglie più benestanti, in particolare per l'assunzione di giardinieri o manutentori.
Pierre Moscovici, presidente della Corte dei conti, giustifica queste linee guida con la necessità di “rafforzare l’uguaglianza dei francesi di fronte alle tasse”. Secondo lui, questa equità fiscale è essenziale per mantenere il consenso alla tassazione in un contesto in cui il bilancio dello Stato presenta un deficit significativo. L'attuazione di queste raccomandazioni consentirebbe allo Stato di realizzare notevoli risparmi, in particolare 1,4 miliardi di euro solo sulla riduzione del 10%.
Queste proposte si inseriscono in un contesto già sfavorevole per i pensionati. Non solo l’aumento di tutte le pensioni di vecchiaia è stato rinviato al 1 luglio 2025, ma questo aumento del reddito potrebbe essere meno significativo del previsto.