Venerdì 8 novembre il Consiglio di Stato ha annullato il decreto che vietava gli imballaggi in plastica per frutta e verdura fresca non trasformata, evidenziando un “difetto sostanziale” suscettibile a “creare barriere al commercio” in violazione dei trattati europei.
Circa 29 prodotti ortofrutticoli non trasformati, vale a dire venduti allo stato grezzo o sottoposti a lavorazioni quali pulitura, rifilatura, scolatura o essiccazione, erano già esenti per legge, così come l'insalata, gli asparagi, i broccoli, le patate novelle, le carote novelle e ciliegie.
Il decreto, adottato nel giugno 2023 da Matignon, andava contro il diritto europeo, poiché la Commissione europea aveva chiesto alla Francia di attendere fino a dicembre 2023, momento per elaborare una regolamentazione comune dei Ventisette.
“Sequestrato da due sindacati professionali, il Consiglio di Stato giudica oggi che il governo non poteva emanare il decreto nel giugno 2023”ha precisato il Consiglio di Stato in un comunicato stampa.
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Forte incertezza
I sindacati che hanno avanzato la richiesta di cancellazione parlano di risarcimenti contrastanti. “Siamo soddisfatti della decisione, ma vi è motivo di ritardo da parte dell’amministrazione nella stesura dei suoi testi”ha dichiarato all'Agence France-Presse (AFP) Gaël Bouquet, direttore generale del sindacato Elipso, che riunisce 130 produttori di imballaggi in Francia. “La situazione generale crea incertezza. Ma i produttori hanno bisogno di basi solide”ha aggiunto.
Il secondo richiedente, il sindacato Plastalliance (The European Plastics Alliance), che riunisce 400 produttori e produttori di frutta e verdura, intende riunire “nelle prossime settimane” azione legale per sostenere alcuni dei suoi membri che si considerano “estremamente addolorato”.
Il divieto della plastica avrebbe dei costi “diversi milioni di euro” ai sindacalisti, compresi i produttori di frutta e verdura, penalizzati dagli imballaggi in carta “più costoso” e chi “non trattenere l’umidità”secondo Joseph Tayefeh, segretario generale di Plastalliance. “Andremo in tribunale per risarcire il danno subito per colpa dello Stato”ha detto.
Per il signor Bouquet è piuttosto il momento della prudenza e “lavoro sull’ecosistema”. “Non vogliamo alienare i poteri pubblici e siamo più in una logica di consultazione, anche se il danno è certo” nota.
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