Produzione industriale francese in forte calo

Produzione industriale francese in forte calo
Produzione industriale francese in forte calo
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A settembre, la produzione industriale francese è scesa dello 0,9% rispetto ad agosto, segnando un netto calo per diversi settori chiave, in particolare quello farmaceutico. Questo calo riflette una tendenza preoccupante per i settori ad alta intensità energetica, già indeboliti dall’aumento dei costi energetici.

Diffuso calo della produzione industriale, trainato da prodotti farmaceutici e automobili

Secondo i dati pubblicati dall'INSEE, la produzione industriale in Francia ha registrato a settembre una contrazione dello 0,9% rispetto ad agosto. Questo calo segue un aumento dell'1,1% osservato in agosto. Anche il settore manifatturiero ha registrato un calo dello 0,8% a settembre, dopo un aumento dell'1,4% del mese precedente.

Tra i settori più colpiti, l'industria farmaceutica ha registrato un calo spettacolare dell'11,7% a settembre, dopo un mese di agosto giudicato ” eccezionalmente alto » (+18,8%). Questa improvvisa correzione si spiega con il ritorno a livelli più in linea con le medie stagionali, dopo il picco di attività nel mese di agosto. Anche il settore dei trasporti ha subito un calo significativo rispetto all'anno precedente, con un calo del 5,5% nella produzione di mezzi di trasporto e del 12,8% per l'industria automobilistica.

Anche altri settori mostrano segnali di debolezza: la produzione di beni d'investimento è scesa del 2,6%, mentre quella di coke e raffinazione è scesa del 7,4%. Al contrario, le industrie estrattive, energetiche e idriche hanno registrato un lieve progresso (+1,5%), così come le industrie agroalimentari e il gruppo “altri prodotti industriali” (+0,4% ciascuno).

L'impatto dei costi energetici

Il calo della produzione industriale si accompagna ad un aumento dei costi energetici per le industrie intensive, fenomeno che potrebbe colpire in modo duraturo alcuni settori. I contratti di elettricità e gas, negoziati nel pieno dell’inflazione nel 2022 e nel 2023, impongono ora un onere finanziario maggiore alle aziende a maggior consumo energetico. Di conseguenza, questi rami, già indeboliti, faticano a riconquistare il livello di produzione del 2021.

L’INSEE indica che la produzione nel terzo trimestre del 2024 nei settori ad alta intensità energetica rimane significativamente inferiore a quella del secondo trimestre del 2021, un periodo precedente ai repentini aumenti dei prezzi dell’energia. L'industria siderurgica, ad esempio, ha registrato un calo della produzione del 24,8% in questo periodo, seguita dalla produzione del vetro (-21,2%), dai prodotti chimici di base (-17,8%) e dalla produzione di pasta di carta e cartone (-11,7%). Questi cali dimostrano le difficoltà nell’assorbire l’impatto degli aumenti dei costi su settori già fortemente dipendenti dall’energia.

L'INSEE ha inoltre corretto i dati dei mesi precedenti. La variazione dell'indice manifatturiero tra luglio e agosto, inizialmente annunciata al +1,6%, è stata rivista al ribasso al +1,4%. Questi aggiustamenti ricordano la complessità delle attuali dinamiche industriali, soggette a variazioni imprevedibili, sia strutturali che cicliche.

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