Il cappio si stringe attorno a Temu in Europa

Il cappio si stringe attorno a Temu in Europa
Il cappio si stringe attorno a Temu in Europa
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Come il suo connazionale Shein, Temu non sfuggirà alle regole più severe della legge europea sui servizi digitali. Venerdì la Commissione ha annunciato che la società cinese di discount shopping, una filiale del colosso dell’e-commerce Pinduoduo, è stata designata come “piattaforma molto grande” nell’ambito di questo nuovo regolamento, entrato ufficialmente in vigore la scorsa estate. Uno status che potrebbe non solo minacciarne la crescita esplosiva in Europa, dove ha appena superato la soglia dei 75 milioni di utenti attivi mensili – ben oltre la soglia dei 45 milioni fissata da Bruxelles. Ma che potrebbe anche mettere in discussione il suo modello. Perché il divario tra le sue pratiche e gli obblighi dei Dsa, già evidenziato dalle associazioni dei consumatori, sembra molto significativo.

Spese pubblicitarie – Lanciato nell’autunno del 2022 negli Stati Uniti, Temu è arrivato in Europa lo scorso anno. L’azienda adotta il principio di transfrontaliero: I prodotti venduti da commercianti terzi vengono spediti direttamente dai magazzini cinesi. Ciò aiuta a limitare i costi, ma comporta anche tempi di consegna più lunghi. Il suo successo si basa su tre pilastri. Innanzitutto un vasto catalogo di abbigliamento, gioielli, utensili da cucina e accessori elettronici a prezzi bassi. Poi, importanti spese pubblicitarie su applicazioni mobile, piattaforme video e social network. E infine il ludicizzazioneche ha già dato prova di sé su Pinduoduo in Cina: l’applicazione offre minigiochi per vincere buoni sconto, in particolare invitando gli amici a registrarsi.

Motivi scuri – Come tutte le piattaforme Internet, Temu è soggetta, da febbraio, alle regole meno severe del DSA, dette l “obblighi generali”. Regole che il gruppo cinese non rispetta, sostiene l’Ufficio europeo dei consumatori, che due settimane fa ha deferito la questione alla Commissione. Anche diciassette associazioni nazionali hanno presentato reclami alle autorità di regolamentazione dei loro paesi. In Francia, UFC-Que Choisir critica Temu per la mancata tracciabilità dei venditori, mentre il testo europeo impone loro di comunicare i propri indirizzi e numeri di telefono. Evidenzia anche l’uso di modelli scuri, interfacce fuorvianti ora vietate in Europa. Questi includono, ad esempio, contatori falsi o le cosiddette scorte limitate per creare un senso di urgenza tra gli acquirenti.

Prodotti illegali – La designazione come “piattaforma molto grande” mette Temu in una situazione ancora più complessa. Questo status comporterà infatti nuovi obblighi di tutela dei consumatori. In particolare, la piattaforma dovrà essere messa in atto “misure di riduzione” per limitare i rischi di vendita di prodotti contraffatti, pericolosi o non conformi alle norme europee. Tanti gli articoli presenti in numero su Temu, secondo diversi studi e articoli di stampa. L’azienda dovrà quindi creare dei team di verifica. Un cambiamento radicale rispetto al lassismo attuale, che rischia di ridurne drasticamente l’offerta. In caso di violazione rischia una multa fino al 6% del suo fatturato globale. Poi, il divieto sul continente in caso di recidiva.

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