La CMC sostiene soluzioni alternative sostenibili

La CMC sostiene soluzioni alternative sostenibili
La CMC sostiene soluzioni alternative sostenibili
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Le importazioni marocchine pesano molto sui conti con l’estero, sottolinea il Centro Economico Marocchino (CMC) nella sua ultima pubblicazione mensile “Maroc Conjoncture” (n° 368).

Infatti, secondo l’Osservatorio Privato, “i dati relativi al commercio estero mostrano che l’economia marocchina è molto integrata nell’economia mondiale più attraverso le importazioni che attraverso le esportazioni”.

Secondo l’Osservatorio privato, le importazioni di energia costituiscono un pesante onere finanziario sui conti esteri

Precisiamo a questo proposito che le importazioni e le esportazioni marocchine rappresentano rispettivamente il 53% e il 31% del prodotto interno lordo (PIL), secondo quanto riferito da questo Centro specializzato nell’analisi e nel monitoraggio della situazione economica, nella previsione e nella valutazione dell’impatto.
Secondo gli esperti della CMC, il conseguente deficit commerciale cronico del Marocco si spiega con la preponderanza delle importazioni di prodotti energetici, “zolfo grezzo non raffinato” e “ammoniaca”.

Va detto che, nonostante la riduzione del 14,6% a 61,9 miliardi di dirham (MMDH) per i primi tre mesi del 2024, il deficit commerciale del paese rimane preoccupante sotto molti aspetti. Resta uno dei grandi punti deboli dell’economia marocchina.

Nel suo bollettino degli indicatori mensili del commercio estero, l’Ufficio del cambio precisa che le importazioni di beni ammontavano a 175,47 miliardi di dirham nel marzo 2024, invece di 182,71 miliardi di dirham un anno prima; mentre le esportazioni ammontavano a 113,56 miliardi di dirham invece di 110,2 miliardi di dirham a fine marzo 2023.

La cronicità del divario tra esportazioni e importazioni è stata osservata anche nel 2023, al termine del quale le importazioni avevano raggiunto un valore di 715,8 miliardi di DH rispetto ai 737,4 miliardi di DH dell’anno precedente. Da parte loro, le esportazioni sono aumentate da 428,6 miliardi di DH alla fine del 2022 a 430,2 miliardi di DH alla fine dello stesso anno.

Per apprezzare appieno il peso dei prodotti energetici, dello “zolfo grezzo grezzo” e dell’”ammoniaca” sui conti con l’estero, l’Osservatorio ha ritenuto opportuno ricordare che: “i prodotti rientranti nella voce “Energia e lubrificanti” rappresentano circa il 20% del totale delle importazioni per un valore medio superiore a 137 miliardi di dhs nel biennio 2022-2023.

Oltre al loro carattere costoso, è anche importante sapere che “queste importazioni, in particolare il carbone, sono fonti di emissioni di grandi quantità di gas serra, responsabili del riscaldamento globale”, come rileva la CMC nella sua pubblicazione mensile.

Per quanto riguarda le importazioni di “zolfo grezzo non raffinato” e soprattutto di “ammoniaca”, è importante notare che i dati che le riguardano suggeriscono che esse rappresenteranno circa il 4,5% nel biennio 2022-2023 per un valore di 28,9 miliardi di dir.

Non è necessario sottolineare che queste importazioni costituiscono input importanti per la trasformazione dei fosfati in fertilizzanti chimici e/o acido fosforico. È anche per poter sostituire la produzione locale con l’importazione di ammoniaca che il Gruppo OCP ha previsto investimenti per circa 130 miliardi di dhs. Che rientrano nella sua strategia di sviluppo nel quinquennio 2023-2027.

Dato il peso delle importazioni di energia, il cui costo elevato costituisce un pesante onere finanziario sui conti con l’estero, l’Osservatorio privato invoca soluzioni alternative sostenibili per ridurre un po’ la bolletta.

Per comprendere questa logica, ricordiamo che il deficit commerciale si è ridotto di 61,91 miliardi di dirham alla fine di marzo 2024 grazie in parte al leggero calo del 13,6% della bolletta energetica a 28 miliardi di dirham invece di 32,4 miliardi di dirham prima anni.

“Questo sviluppo segue, essenzialmente, il calo delle forniture di gas di petrolio e altri idrocarburi del -33% sotto l’effetto dei prezzi che diminuiscono del -33,5%”, ha affermato la CMC, rilevando tuttavia che le quantità importate sono aumentate leggermente del +0,7%.
A ciò si aggiunge il calo del 22,3% (-2,06 miliardi di dirham) delle importazioni di zolfo grezzo e non raffinato a 7,19 miliardi di dirham invece di 9,26 miliardi di dirham nello stesso periodo dell’anno scorso.

In questa prospettiva, il Centro stima che il programma di energia pulita e rinnovabile lanciato nel 2009 dovrebbe consentire al Marocco di coprire il 52% del mix energetico del Paese entro il 2030.

“Considerando questo progetto in un quadro più globale, è chiaro che il Marocco va oltre il soddisfacimento del proprio fabbisogno energetico per posizionarsi come un esempio per altri paesi in termini di transizione energetica”, ha apprezzato.

Proprio come l’ambizioso progetto di autostrada elettrica, guidato dall’Ufficio nazionale per l’elettricità e l’acqua potabile (ONEE), che prevede di trasferire più di 3 Gigawatt di elettricità pulita dalla futura centrale elettrica di Dakhla a Casablanca.

Per la CMC è ovvio che le ambizioni di sviluppo del Marocco dipendono dall’accelerazione dell’attuazione del suo programma di energia rinnovabile. E, soprattutto, la loro sostituzione con le importazioni di energia che gravano pesantemente sui conti con l’estero.

Sempre nell’ottica di ridurre il costo delle importazioni marocchine, l’Osservatorio rileva inoltre che “lo sviluppo del settore dell’idrogeno verde dovrebbe aiutare l’OCP a sostituire le importazioni di ammoniaca prodotta localmente”.

Alain Bouithy

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