Caso Carlos Ghosn: Rachida Dati, ministro della Cultura, chiede il ritiro delle accuse

Caso Carlos Ghosn: Rachida Dati, ministro della Cultura, chiede il ritiro delle accuse
Caso Carlos Ghosn: Rachida Dati, ministro della Cultura, chiede il ritiro delle accuse
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Il primo per ricordare i termini di prescrizione dei fatti contestati, il secondo per concedere a Rachida Dati lo status più favorevole di testimone assistito, secondo questa fonte.

Gli avvocati del ministro, Olivier Baratelli e Olivier Pardi, hanno detto all’AFP che verrà esaminata solo la prescrizione dei fatti.

“Tutto è stato prescritto, rigorosamente prescritto, per anni”, credono.

Le due giurisdizioni sostengono “la scoperta di nuovi, fondamentali elementi che attestano che più di quaranta dirigenti di Renault, Nissan e dell’alleanza Renault-Nissan (incarnata dalla controllata olandese RNBV, ndr), erano chiaramente informati della missione di Rachida Dati come avvocato” , la sua realtà, i suoi servizi e l’importo delle tariffe”.

Il termine di prescrizione – tre anni all’epoca – decorrerebbe quindi al momento della firma dell’accordo tra RNBV e Dati nel 2009 e non nel 2019 con la denuncia di un azionista Renault.

L’ex amministratore delegato di Renault-Nissan Carlos Ghosn è nel mirino da aprile di un secondo mandato d’arresto emesso dalla giustizia francese

“D’altronde i responsabili del Parlamento europeo affermano con coerenza che non è mai stato loro richiesto alcun intervento a vantaggio dell’alleanza e ancor meno della Renault”, aggiungono Pardo e Baratelli.

I difensori avevano già fatto ricorso alla Camera di Istruttoria per la prescrizione dei fatti, invano.

L’ex ministro della Giustizia ed ex sindaco di LR del 7° arrondissement di Parigi è incriminato dal luglio 2021 per “corruzione e traffico d’influenza passiva da parte di una persona investita di un mandato pubblico elettivo”.

I sospetti riguardano i 900mila euro che la RNBV le ha versato tra il 2010 e il 2012, mentre era avvocato e deputata europea (2009-2019).

Le indagini miravano a verificare se l’accordo sugli onorari avrebbe potuto essere utilizzato per mascherare un’attività di lobbying vietata a qualsiasi funzionario eletto al Parlamento europeo.

Carlos Ghosn è oggetto di un mandato d’arresto internazionale in questo caso dall’aprile 2023: l’ex grande capo non si è presentato alla citazione in vista di un possibile rinvio a giudizio per corruzione nel maggio 2022.

La signora Dati come il signor Ghosn contestano qualsiasi irregolarità.

Le indagini, iniziate nel luglio 2019, si sono concluse nel settembre 2023.

La Procura nazionale delle finanze (PNF) dovrà presto raccogliere le sue richieste, poi il gip ordinerà o meno un processo davanti al tribunale penale di Parigi.

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