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In una cooperativa a Hermankono (Costa d’Avorio), 14 novembre 2023. SIA KAMBOU/AFP

Llui alti e bassi di cacao. La polvere marrone è tormentata dalla speculazione. Niente di nuovo in sé, se non la portata del fenomeno questa volta. Già alla fine di ottobre 2023, mentre le prime confezioni natalizie facevano capolino sugli scaffali dei supermercati, il cacao cominciava a prendere fuoco nei mercati. Allora a New York veniva scambiato a 3.800 dollari (3.543 euro) la tonnellata e gli osservatori, desiderosi di un confronto storico, sottolineavano il fatto che un livello del genere non veniva raggiunto dal 1979. Il cacao prende il sopravvento sull’albero di cocco, pensano.

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Ma non avevano ancora visto nulla. Con il cacao gli speculatori hanno tolto il chicco. In febbraio, a New York, il prezzo del frutto del cacao ha infranto il record storico risalente al 1977, superando la soglia dei 6.000 dollari la tonnellata. Qualcuno allora immaginava che fosse stato raggiunto il parossismo della febbre dell’acquisto. No. La sete di profitto non è diminuita. Il cacao ha continuato a salire ai massimi livelli.

A Pasqua la tensione mediatica è stata al culmine. Anche se questo spettacolare aumento dei prezzi non era ancora realmente percepibile sotto forma di inflazione sugli scaffali, insieme ai mercati cresceva anche la preoccupazione degli amanti dei dolci al cioccolato. A metà aprile, il cacao ha registrato prezzi record, scambiando a 11.722 dollari per tonnellata a New York e a 9.285 sterline (10.820 euro) per tonnellata alla Borsa di Londra.

Raccolti meno abbondanti

Per giustificare questa corsa all’oro nero, gli investitori hanno soppesato lo squilibrio tra domanda e offerta. I raccolti nell’Africa Occidentale, dove batte il cuore del cacao, sono stati meno abbondanti di quanto sperato. In Costa d’Avorio, Paese che da solo rappresenta il 45% della produzione mondiale, le forti piogge, fonte di attacchi fungini, hanno lasciato il posto a un caldo intenso e a venti secchi. Un cocktail climatico che potrebbe far crollare la produzione di alberi di cacao.

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Alla riduzione del volume delle fave contribuisce anche la misera remunerazione dei coltivatori, che con il cacao guadagnano a malapena un soldo. Di fronte all’impennata dei prezzi, il prezzo di acquisto del cacao dei coltivatori della Costa d’Avorio è stato tuttavia aumentato del 50% a 1.500 franchi CFA (2,30 euro) al chilo. Un prezzo più interessante per la raccolta intermedia che avviene da aprile a settembre.

È la prospettiva di questi nuovi emolumenti, l’arrivo in Costa d’Avorio delle piogge tanto attese, o più sicuramente il limite del pericoloso gioco dei flussi di denaro? Da una decina di giorni la situazione sui mercati sta cambiando. Colpisci il baccello di cacao! E la caduta è stata tanto brutale quanto spettacolare è stata la crescita. Venerdì 3 maggio il prezzo di una tonnellata di questo bene prezioso è sceso sotto i 7.000 dollari, un crollo di quasi il 40% rispetto al suo record. Il mercato del cacao profuma di polvere…

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