La misura radicale dell’Europa per frenare gli elettrolizzatori cinesi

La misura radicale dell’Europa per frenare gli elettrolizzatori cinesi
La misura radicale dell’Europa per frenare gli elettrolizzatori cinesi
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Con l’obiettivo di frenare l’ingresso degli attori cinesi nel continente, l’Unione Europea ha annunciato modifiche alle sue regole relative ai sussidi per i progetti sull’idrogeno. Per le seconde aste della Banca europea dell’idrogeno, previste per l’inizio di dicembre, gli elettrolizzatori cinesi non potranno rappresentare più del 25% della capacità installata.

Pubblicate venerdì 27 settembre, queste nuove regole mirano a evitare che l’Europa diventi eccessivamente dipendente dalle tecnologie cinesi, spesso vendute a basso costo. Rispondono a una serie di inviti lanciati dal settore industriale europeo.

Banca Europea dell’Idrogeno: le seconde aste altamente regolamentate

Mentre la Banca dell’idrogeno dell’UE terrà una seconda asta dell’idrogeno rinnovabile il 3 dicembre, assegnando fino a 1,2 miliardi di euro in sovvenzioni a nuovi progetti. Senza arrivare a un divieto totale, le nuove condizioni di ammissibilità impongono ai responsabili dei progetti di non superare il 25% della loro capacità produttiva con attrezzature cinesi.

« La capacità produttiva cinese rappresenta già oltre il 50% della produzione globale… Si stima che esista un rischio significativo di una crescente e irreversibile dipendenza dell’UE dalle importazioni di elettrolizzatori dalla Cina, che potrebbe minacciare la sicurezza dell’approvvigionamento dell’UE » giustifica il documento ufficiale europeo. “Le nuove condizioni stabilite per il secondo bando per progetti della Banca dell’Idrogeno creano un ambiente favorevole agli investimenti delle imprese in Europa. L’introduzione di criteri di resilienza segna un punto di svolta non solo per il settore dell’idrogeno, ma per l’Unione Europea nel suo insieme”, ha risposto Jorgo Chatzimarkakis, CEO di Hydrogen Europe.

Questa misura rientra in un approccio più ampio volto a rafforzare la resilienza dell’industria europea. L’ex presidente della Banca centrale europea, Mario Draghi, ha recentemente pubblicato un rapporto in cui sottolinea il rischio di declino economico in Europa se il continente non riesce a rimanere competitivo con gli Stati Uniti e la Cina.

Sull’energia, il rapporto Draghi suggerisce di concentrare gli sforzi su nuovi settori industriali in cui l’Europa mantiene un vantaggio competitivo piuttosto che cercare di riconquistare alcuni mercati come quello dei pannelli solari, dove gli attori stranieri sono già molto presenti.

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