Quando si è trattato di dare un nome al più grande dei suoi SUV, Skoda ha cercato ispirazione nelle coste del Pacifico. Ma non si tratta di optare per un nome che evochi isole paradisiache. È la fauna selvatica dell’Alaska a fornire questo nome, quello dell’orso più grande di questo stato americano.
Lungi dall’essere un formidabile predatore, il Kodiaq di prima generazione era più simile a un orsacchiotto. Pur condividendo i suoi componenti con l’Audi Q3 II, la Seat Ateca e la Volkswagen Tiguan II, aveva scelto di offrire dimensioni più generose. Al punto da prendere piede nella categoria dei Suv familiari, allora largamente occupata dai marchi premium e asiatici.
Skoda Kodiaq (2024): un simpatico orsacchiotto (Video test)
Fedele ai precetti della marca ceca, la Kodiaq inizialmente poneva più l’accento sui vantaggi familiari che sul dinamismo, sia meccanico che estetico. Tuttavia, nel corso degli anni, un allestimento Sportline e poi una versione RS, alimentata prima dal 2.0 Bi-TDI da 240 CV poi dal 2.0 TSI da 245 CV della Golf GTI, sono arrivate a completare un’offerta sapiente.
Scelte che hanno colpito nel segno visto che, in sette anni di carriera, più di 840.000 Kodiaq hanno trovato acquirenti.
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Ispirazioni variabili
Non sorprende quindi che, per questa seconda opera, Skoda abbia applicato una delle regole d’oro in vigore all’interno del gruppo Volkswagen, quella dell’evoluzione dolce. Certamente nessun elemento di carrozzeria è comune tra le due generazioni, ma la somiglianza familiare resta molto presente.
Tra le novità più eclatanti troviamo, sulla prua, una firma luminosa che ora si estende dai fari principali alle ottiche secondarie. Da lontano si ha l’impressione di avere a che fare con il martello di Thor, la striscia LED caratteristica delle Volvo. Di profilo, a parte il portellone leggermente più inclinato, è soprattutto il montante D ad attirare l’attenzione, poiché ora è disponibile in più colori e quindi si distingue dal resto della carrozzeria. Infine, nella parte posteriore, salta subito all’occhio la fascia rossa che percorre tutta la larghezza del portellone. Almeno di giorno perché di notte resta invisibile perché non illuminata. Se le pieghe della carrozzeria di questa apertura sono tipiche del marchio ceco, l’insieme trasmette comunque un’impressione di déjà vu… lato BMW. Skoda proverebbe a spostarsi visivamente verso una fascia alta prendendo ispirazione da alcune etichette premium che altrimenti non farebbe.
Tutto per la famiglia
Questo desiderio di spostarsi verso l’alto si ritrova anche a bordo. Anche se il cruscotto riprende il profilo a X della prima generazione, presenta contorni completamente distinti… e molto più moderni. Soprattutto perché il tablet centrale touchscreen, che ora misura 13″ di diagonale, non è più integrato nella consolle centrale ma è ora “posizionato” su di essa. Allo stesso modo, il quadro strumenti assume la forma di un secondo tablet, anch’esso “posizionato” sul mobili La novità principale resta però l’aspetto degli Smart Dials, apparsi qualche settimana fa con la nuova Superb, questi controlli rotativi uniscono il meglio dell’elettronica tattile e della fisica. Una grande scoperta.
Se, nel complesso, possiamo solo constatare che la qualità costruttiva è all’altezza delle ambizioni di questo SUV, un esame più attento rivela tuttavia che alcuni assemblaggi non sono impeccabili. È il caso, in particolare, di quelli della parte in plastica nera lucida che circonda il Digital Cockpit, o anche delle prese d’aria laterali.
A bordo della Kodiaq, però, l’essenziale è altrove… e soprattutto nei sedili posteriori. Questi ultimi vedono tutti migliorare le loro valutazioni, il che significa che, più che mai, due adulti di buona taglia saranno perfettamente a loro agio. Questo purtroppo non sarà il caso degli occupanti della terza fila (opzione a 1.080 euro), questi due posti aggiuntivi essendo, come spesso accade, da riservare ai bambini piccoli e, preferibilmente, sui piccoli tragitti. Il bagaglio, invece, sarà più comodo che mai. Con o senza l’opzione 7 posti, la Kodiaq batte tutti i record della sua categoria. Sotto la copertura del bagagliaio, una 5 posti può contenere 910 litri. Un 7 posti, invece, ha 340 litri con tutti i sedili occupati e 845 litri se si utilizzano solo le prime due file. Infine, in tutti i casi, la configurazione a 2 posti consente di imbarcare più di 2 m33 di carico.
Se si registra già l’arrivo di un allestimento Sportline, di una motorizzazione ibrida plug-in e di un 2.0 TDI da 193 cavalli associato alla trazione integrale, la gamma di lancio è molto limitata con un solo livello di equipaggiamento, denominato Selection, e due motorizzazioni, uno benzina e uno diesel, da 150 cv.