In un disegno di legge semplificazioni, che sarà presentato prossimamente al Consiglio dei ministri, il governo vuole rendere la busta paga più semplice e leggibile riducendo il numero di righe.
Poche persone possono affermare di saper leggere e comprendere integralmente la propria busta paga. Tra lordi, netti, contributi sanitari, contributi pensionistici limitati o illimitati, contributi di disoccupazione, indennità di trasporto, contributi legali o previsti dal contratto collettivo e altre menzioni, non è facile vedere chiaramente.
E per una buona ragione, secondo RTLle righe sulle buste paga sono in costante aumento, con una media di 55 righe, contro le 15 di Germania o Spagna e solo 11 del Giappone.
Ridurre il numero di righe
Nell’ambito di un disegno di legge sulla semplificazione per le imprese, Bruno Le Maire presenterà quindi le sue idee per la semplificazione al Consiglio dei ministri del 24 aprile “radicalmente” questo documento il cui formato attuale viene descritto come “eccessivamente complesso in considerazione degli usi che ne vengono fatti.
Il ministro dell’Economia e delle Finanze propone che in busta paga si indichi solo “i principali aggregati che compongono la remunerazione” senza dettagliare i contributi previdenziali versati. Così facendo si passerebbe da 55 righe a sole una trentina circa. Se questa legge venisse adottata, le aziende avrebbero tempo fino al 2027 per adeguarsi, mentre gli editori di software si adatteranno.
Non è il primo tentativo di semplificazione
Non è la prima volta che la busta paga è oggetto di un tentativo di semplificazione: dal 1998, cinque leggi o decreti hanno già alimentato questa ambizione. “Nonostante queste successive iniziative, la busta paga è ancora caratterizzata da troppa complessità”riconosce l’esecutivo.
Una complessità dello strumento giustificata dalla complessità del sistema fiscale francese e dalla diversità degli organismi che riscuotono i contributi sociali.
