François Bayrou mette “in costruzione” l’impopolare riforma delle pensioni

François Bayrou mette “in costruzione” l’impopolare riforma delle pensioni
François Bayrou mette “in costruzione” l’impopolare riforma delle pensioni
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Martedì il nuovo primo ministro francese, François Bayrou, ha riaperto il dibattito sulla contestata riforma delle pensioni portata avanti dal presidente Emmanuel Macron, un’apertura a sinistra intesa a evitare una censura simile a quella che ha fatto cadere il governo precedente.

Bayrou, uno dei primi sostenitori del presidente Macron dall’elezione di quest’ultimo nel 2017, ha annunciato all’Assemblea la “ripresa dei lavori” su una riforma centrale per il presidente francese. Questa riforma ha riportato l’età pensionabile da 62 a 64 anni al 2023, nonostante l’ostilità della maggioranza dell’opinione pubblica.

“Scelgo di rimettere questo tema sul tavolo, con le parti sociali, per un breve periodo”, ha dichiarato il 73enne primo ministro, aggiungendo nel suo discorso di politica generale che “non ci sarà nessun tabù, nemmeno il età» di partenza.

Tre mesi

La riforma contestata entrerà tuttavia in vigore se le parti sociali non raggiungeranno un accordo su una soluzione alternativa per il finanziamento delle pensioni entro tre mesi.

Questo equilibrio mira a permettere a Bayrou, nominato primo ministro a metà dicembre senza maggioranza nell’Assemblea nazionale, di strappare una forma di neutralità alla sinistra moderata, senza però prendere di mira i suoi sostenitori del centro e della destra, sostenitori della uno sforzo collettivo per garantire il finanziamento sostenibile delle pensioni.

Ma il presidente del gruppo socialista, Boris Vallaud, ha stimato che “i conti non c’erano”, dopo il discorso di François Bayrou, senza però indicare se il suo gruppo, che chiede la sospensione della riforma delle pensioni, voterà per la censura del governo giovedì.

La sinistra radicale del partito La Insoumise (LFI) ha presentato martedì una mozione di censura contro il governo firmata da altri 57 deputati, appartenenti al suo stesso rango ma anche da gruppi comunisti e ambientalisti.

Senza il sostegno dei socialisti, però, il testo ha poche possibilità di essere adottato.

Il partito di estrema destra Raggruppamento Nazionale (RN), che ha il maggior peso alla Camera, ha confermato da parte sua che non voterà la censura per evitare “la politica del peggio”.

I dibattiti hanno comunque confermato il divario ormai ampliato tra i socialisti e la LFI, nonostante il patto elettorale stipulato l’estate scorsa per il Nuovo Fronte Popolare. “Prima te ne vai, meglio è. Perché prima se ne andrà il presidente Macron”, ha detto la presidente del gruppo LFI, Mathilde Panot, a Bayrou.

“Ritrovare la stabilità”

Il primo ministro François Bayrou ha dichiarato all’Assemblea che “l’ingiunzione che ci affida il Paese è di ritrovare la stabilità”. La Francia sta infatti attraversando un periodo di instabilità politica che non si vedeva da decenni.

Bayrou deve orientarsi nella frammentata scena politica derivante dalle elezioni legislative anticipate organizzate dopo lo scioglimento a sorpresa dell’Assemblea nazionale da parte del presidente Emmanuel Macron a giugno. L’emiciclo risulta così fratturato in tre blocchi (alleanza della sinistra/macronisti e centristi/estrema destra), nessuno dei quali ha la maggioranza assoluta.

Rappresentante storico della politica centrista, la prima sfida di François Bayrou è approvare il bilancio per il 2025, sotto la pressione delle opposizioni e dei mercati finanziari.

A questo proposito, ha annunciato che il suo governo punta a un disavanzo pubblico pari al 5,4% del PIL nel 2025, rispetto al 6,1% previsto per il 2024. La Francia ha registrato la performance peggiore tra i Ventisette, ad eccezione della Romania. , molto lontano dal tetto del 3% autorizzato dalle regole dell’Unione Europea.

Il primo ministro cerca di evitare di subire la stessa sorte del suo predecessore conservatore Michel Barnier, il cui governo è stato rovesciato dopo tre mesi da un’alleanza di parlamentari di sinistra e di estrema destra.

Barnier ha tentato invano di ottenere un impegno di “non censura” da parte dell’estrema destra, dove Bayrou punta sulla sinistra e in particolare sui socialisti.

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