Il Conte di Montecristo (Miniserie, episodio 3): l'inizio della fortuna

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Il terzo episodio della miniserie Le Comte de Monte-Cristointitolato “Il Tesoro”, segna una svolta significativa nella storia. Dopo due primi episodi un po' noiosi, questo riesce finalmente a catturare parte dell'essenza del capolavoro di Alexandre Dumas, soprattutto grazie all'inizio della ricerca di vendetta di Edmond Dantès. Tuttavia, nonostante una narrazione più accattivante, permangono delle lacune, soprattutto in termini di profondità emotiva e di trattamento dei temi complessi del romanzo. L'episodio inizia con Edmond Dantès alla ricerca del tesoro nascosto dell'abate Faria. Questo passaggio è fondamentale, perché simboleggia la trasformazione di Edmond in una figura potente e sfuggente, il Conte di Montecristo.

Le scene sull'isola, seppur relativamente brevi, offrono un momento di respiro e di mistero in una serie che, fino ad allora, faticava a trovare il suo ritmo. Visivamente, queste sequenze si distinguono per la loro bellezza e atmosfera. L'isola deserta e il processo di scoperta del tesoro affascinano e apportano un tocco di grandiosità alla storia. Tuttavia, l’economia narrativa applicata qui è deplorevole. Il tesoro, molto più che un semplice oggetto di ricchezza materiale, rappresenta per Edmond una resurrezione spirituale e psicologica. Questa transizione meritava di essere ulteriormente esplorata, in particolare sottolineando i dilemmi morali e le questioni personali che solleva.

Dopo aver recuperato il tesoro, Edmond torna a Marsiglia, città piena di ricordi e tradimenti. Questa seconda parte dell'episodio segna un netto aumento dell'intensità narrativa. Ora armato di una fortuna colossale e di una determinazione incrollabile, Edmond inizia a mettere insieme i pezzi del puzzle che ha portato alla sua caduta. È qui che la trama diventa davvero avvincente. I metodi utilizzati da Edmond per ottenere informazioni sui suoi ex nemici e svelare le macchinazioni che hanno portato alla sua prigionia sono tutti prova della sua intelligenza strategica. Il suo approccio metodico, unito ad una calcolata freddezza, dona una nuova dimensione al personaggio, molto più affascinante rispetto al suo ruolo di vittima passiva negli episodi precedenti.

Tuttavia, se la trama si sviluppa, rimane in superficie. Sembra che gli scrittori abbiano preferito un rapido avanzamento della storia piuttosto che uno sviluppo approfondito dei personaggi e dei problemi. La complessità dei rapporti tra Edmond e i suoi ex amici o nemici, che è al centro dell'opera originale, è solo accennata. L'elemento centrale della storia, la vendetta, comincia finalmente a prendere forma in questo episodio. Edmond, trasformato dalla sofferenza e dall'isolamento, mette in atto i primi passi del suo piano per smantellare coloro che hanno orchestrato la sua caduta. Questa trama, che si basa sulla raccolta di informazioni compromettenti e sulla manipolazione degli avversari, costituisce la parte più avvincente dell'episodio.

Tuttavia, l’emozione che dovrebbe accompagnare questo processo rimane assente. La rabbia repressa di Edmond, i suoi dilemmi morali e le sue esitazioni di fronte alla giustizia che vuole fare non sono sufficientemente evidenziati. Ciò priva la storia della profondità psicologica che avrebbe potuto renderla davvero toccante. Edmond, nonostante la sua trasformazione, resta un personaggio al quale è difficile affezionarsi pienamente, perché la sua umanità viene spesso messa da parte a favore della sua calcolatrice freddezza. Uno dei principali vantaggi di una miniserie rispetto a un film è la capacità di prendersi il tempo per esplorare le complessità della storia e dei personaggi. Ancora, Le Comte de Monte-Cristo non sembra sfruttare appieno questo formato.

Laddove il film uscito all'inizio di quest'anno, diretto da Pierre Niney, è riuscito a condensare la trama con intensità ed emozione, la serie sembra esitare tra diversi approcci. Si sofferma su alcuni dettagli secondari mentre sfiora i momenti chiave della storia, il che crea una certa frustrazione. Il potenziale della storia di Alexandre Dumas, ricca di drammi umani e dilemmi morali, rimane in gran parte inutilizzato. Nonostante i suoi difetti, questo terzo episodio riesce a generare un rinnovato interesse per la serie. La ricerca di vendetta di Edmond, che costituisce il cuore pulsante dell'opera originale, comincia finalmente a prendere il centro della scena. Inoltre, l'atmosfera visiva e le scelte sceniche apportano una certa qualità estetica all'insieme.

Tuttavia, la serie non è ancora riuscita a raggiungere il livello di intensità emotiva e complessità narrativa che si potrebbe sperare da un adattamento del Comte de Monte-Cristo. I personaggi secondari mancano di spessore, e i temi del romanzo – giustizia, tradimento, redenzione – non sono esplorati con la profondità necessaria per renderlo un adattamento memorabile. Con questo episodio, Le Comte de Monte-Cristo inizia ad avvicinarsi a ciò che ci aspettiamo da un adattamento di questo classico senza tempo. La ricerca del tesoro e l'inizio della vendetta di Edmond Dantès portano una gradita intensità dopo due episodi relativamente noiosi. Tuttavia, la mancanza di profondità emotiva e la mancanza di esplorazione dei dilemmi morali del personaggio principale impediscono ancora alla serie di brillare davvero.

Resta da sperare che gli episodi successivi traggano vantaggio dalle basi qui gettate e approfondiscano le complessità della storia. La vendetta di Edmond Dantès, affascinante nella sua complessità e ambiguità morale, merita una narrazione degna della sua grandezza. Per ora, questa miniserie suggerisce un potenziale che deve ancora realizzare appieno.

Nota: 5/10. Insomma, la strada da fare è ancora lunga.

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