Preparati a salire a bordo. France 2 inizierà il 2025 con “Rivages”, una serie ambiziosa che mescola fantasy e dramma umano. Dal Lunedì 6 gennaio alle 21:05 (e integralmente su france.tv dal 26 dicembre), gli spettatori potranno immergersi in una trama in cui il mistero delle profondità marine si intreccia con i drammi personali.
Uno scenario immersivo per un’esperienza sensoriale unica
A Fécamp, cittadina della Senna Marittima segnata dal mare e dalle sue tradizioni, la scomparsa di un peschereccio sconvolge gli equilibri di una comunità già fragile. Abigail, interpretata con intensità da Fleur Geffrier (“Les Gouttes de Dieu”), torna nella sua città natale come oceanografa su commissione dell'Ifremer. Consumata da una tragedia familiare passata, si confronta con inspiegabili fenomeni marini che rendono impossibile qualsiasi pesca. Questi disturbi la spingono a considerare una nuova ipotesi: e se una presenza sconosciuta minacciasse il fragile equilibrio tra uomo e natura?
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La serie, diretta da David Hourrègue (“Germinal”), trascende i codici del genere fantasy per diventare una favola ecologica. Acclamato dal pubblico al Montréal Séries Festival 2024, dove ha vinto il Grand Prix, “Rivages” mette in discussione il nostro rapporto con l'ambiente e il mare Più che un semplice thriller, la serie è un invito a ripensare il nostro legame con la natura e a riscoprire speranza in un mondo che cambia. Supportato da una messa in scena coinvolgente e da una colonna sonora originale di Audrey Ismaël, è anche un'esperienza sensoriale unica. L'oceano è filmato come un personaggio a sé stante, allo stesso tempo protettivo e minaccioso. Con un cast che include Guillaume Labbé, Thierry Godard e Jean-Marc Barr (rivelato da “Le Grand Bleu”), promette un'esplorazione tanto visiva quanto emotiva.
In una nota d'intenti, gli ideatori della serie, Jonathan Rio e Monica Rattazzi spiegano: “'Rivages'” aspira ad esplorare il nostro rapporto con il mare (…) Situando la nostra storia nel mondo dei pescatori che entrambi conosciamo, desideriamo dare una panoramica della singolarità del mondo di coloro che si alzano presto per trova un tesoro sempre più raro chi vive al ritmo del mare e della sua rabbia. sottolinea il duo di sceneggiatori, che lo ricordano “Le preoccupazioni dei marinai si sono spostate dalla sopravvivenza in mare alla sopravvivenza sulla terraferma”. “E per incarnare l'angoscia di fronte a questo mondo che cambia, abbiamo scelto la forza metaforica offerta dal genere del film fantastico: in 'Shore' un'anomalia nel mare ci rivela che qualcosa non va più, che un pericolo ci minaccia…”