Per questo nuovo numero diBelle fughetrasmesso sabato 14 dicembre 2024 alle 21:00, Ismaël Khelifa ci porta in Quebec per un viaggio tra natura e storia.
Che si tratti di Sophie Jovillard, che si sente in colpa per aver preso così tanti aerei per lavoro, di Jérôme Pitorin, che rifiuta di dedicare un programma a Dubai, o di Ismaël Khelifa, traumatizzato da un’attività pericolosa sul set, l’emissione Belle fughe è sempre la promessa di una grande scoperta. Il numero trasmesso sabato 14 dicembre 2024 alle 21 non fa eccezione alla regola poiché Ismaël Khelifa ci porta alla scoperta del Quebec. E, per una volta, l’avventuriero non parte da solo, ma in compagnia di Alexis Lopez. Nemmeno trentenne, questo esploratore ama viaggiare con la stessa attrezzatura di un avventuriero del XIX secolo.
Flora e fauna mozzafiato nei grandi spazi aperti del Quebec
Prima in canoa, poi a cavallo e infine a bordo di un idrovolante, Ismaël Khelifa e il suo ospite sorvolano i grandi spazi aperti del Quebec. È un’occasione per ammirare paesaggi sublimi dove la natura regna incontrastata. Va detto che con ben 28 parchi nazionali, questa provincia canadese ospita più di 200 specie animali: lupi, alci, puzzole, lontre, orsi, volpi, procioni, scoiattoli e altri castori. I nostri due avventurieri partono alla scoperta di questo roditore in compagnia di Carl, un autentico trapper canadese, che mette da parte i luoghi comuni sulla sua professione. In effetti, lontano dall’immagine trasmessa da Davy Crockett e dal suo fucile, Carl spiega che i cacciatori di pellicce non sono mai armati. Piazzano trappole per raccogliere un numero limitato di individui, garantendo l’equilibrio delle popolazioni delle specie nella foresta.
Decenni di ingiustizie da riparare in Canada
Quando Ismaël Khelifa e Alexis Lopez lasciano la calma della natura per raggiungere Montreal, è per affrontare un tema importante: il destino di quelle che chiamiamo Prime Nazioni in Canada. Tra la fine del XIX secolo e il 1950, 150.000 bambini di queste undici nazioni indigene furono prelevati dalle loro famiglie per essere internati in collegi cristiani per essere acculturati. Oggi la provincia riconosce gli abusi commessi nel quadro di questo programma il cui slogan era “Uccidi l’indiano nel bambinoMolti discendenti di questi primi popoli si stanno riappropriando delle tradizioni dei loro antenati, come Barbara Kaneratonni Diabo, ballerina. Un simbolo forte se sappiamo che, fino al 1951, i membri di queste comunità potevano essere arrestati se cantavano o ballavano perché queste pratiche erano illegale.Più mi ricollego alla mia cultura, più ne sono fiero“, spiega Gabriel Bordeleau-Landry, ospite di origine Abenaki, per il quale “sarà più facile per le generazioni futureUn potente messaggio di speranza per il futuro.
TV