UNA SERIE, UN OGGETTO — Nella terza stagione della serie di Thomas Lilti, un normale estintore viene utilizzato per bloccare una porta difettosa. Ma l’oggetto deviato dalla sua funzione diventa qui un vero e proprio simbolo. Quello della grande vulnerabilità dell’istituzione ospedaliera.
Di Émilie Gavoille
Pubblicato il 25 novembre 2024 alle 23:00
C‘è estate, all’ospedale Poincaré. E la stagione degli incendi e le ferie retribuite difficilmente risparmiano l’istituto sanitario: a causa della mancanza di personale sufficiente per prendersi cura dei pazienti che continuano ad affluire, le emergenze notturne hanno chiuso i battenti. Gli animi si surriscaldano, ma Chloé Antovska (Louise Bourgoin) mantiene la calma. E, sfidando il divieto formale della sua gerarchia e facendo di tutto, trova il modo di ricoverare illegalmente i pazienti la cui salute lo richiede in un dispensario clandestino che ha allestito in un’ala dismessa dello stabilimento. Questo significa? Un estintore deviato dal suo uso abituale. Un semplice estintore, tipo Ippocrate ne ha filmati di nascosto a decine fin dai primi episodi, sagome sfocate sullo sfondo di corridoi e posti di guardia, così familiari che nessuno vi ha mai prestato attenzione.
Questa volta il dispositivo occupa il primo piano e addirittura un ruolo di primo piano. Il suo utilizzo da parte dei giovani medici nati sotto la penna e la macchina fotografica di Thomas Lilti, per alleviare una situazione di emergenza, risulta essere abbastanza lontano da quello immaginato dal suo inventore all’inizio del XIX secolo (un certo George William Manby, informa Wikipedia ). Nelle mani di Chloé, Alyson, Arben o anche Hugo, il dispositivo non serve a contenere un incendio. Ma tenere aperta una pesante porta antidiluviana che nessun freno o cuneo sembra non voler più trattenere.
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Simbolicamente, è l’intera istituzione ospedaliera che questa attrezzatura improvvisata sostiene. Trattatelo a qualunque costo… Ma poiché il temporaneo non è destinato a durare, lo stratagemma del precario funziona solo per poco tempo. Arben (Karim Leklou) lo sperimenta dolorosamente durante l’episodio 4. Basta che l’estintore scivoli via e la porta si chiuda inesorabilmente sui tre pazienti e sul loro unico medico, ormai completamente tagliati fuori dal mondo. La luce delle lampadine tremola, il tempo si ferma, si crea una strana atmosfera, che ricorda Cose più strane e il suo mondo sottosopra. Un mondo disorientato e da incubo senza estintori dove, qualunque sia l’emergenza, nessuno ti sente urlare…
S Ippocrate, stagione 3, su Canal+, lunedì alle 21:10.
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