I massacri continuano in un contesto di deterioramento umanitario senza precedenti
I massacri perpetrati dall’esercito israeliano contro gli abitanti della Striscia di Gaza continuano, mentre la regione soffre di un’escalation militare senza precedenti che entra nel suo 401° giorno, lasciando dietro di sé pesanti perdite di vite umane e proprietà. Le forze di occupazione israeliane effettuano continui attacchi aerei contro edifici residenziali e infrastrutture vitali, in particolare nella parte settentrionale della Striscia di Gaza, uccidendo e ferendo civili e sfollando migliaia di famiglie che affrontano condizioni umanitarie terribili, con minacce di carestia su larga scala.
Massacro a Jabalia: bambini e sfollati uccisi sotto le macerie.
In uno dei massacri più orribili degli ultimi giorni, gli aerei dell’occupazione hanno preso di mira una casa a Jabalia, nel nord della Striscia di Gaza, dove intere famiglie, compresi bambini e civili, sono sfollate in cerca di sicurezza. Questo brutale attacco ha causato la morte di almeno 33 palestinesi e le operazioni di ricerca tra le macerie sono ancora in corso per trovare i dispersi. Questo massacro fa parte di una serie di attacchi successivi che praticano la politica della terra bruciata, senza alcuna considerazione per le vite umane, con l’occupazione che effettua attacchi deliberati contro aree popolate da civili.
Sviluppi sul campo: puntare agli ospedali e alle strutture vitali
Secondo fonti della stampa locale, gli aerei da guerra israeliani hanno lanciato pesanti raid durante la notte vicino all'ospedale Kamal Adwan, nel nord della Striscia di Gaza, formando un anello di fuoco attorno all'ospedale, rendendo quasi impossibile l'accesso alle cure mediche. Ospedali e centri sanitari sono l’ancora di salvezza per migliaia di feriti, ma l’occupazione li prende di mira come parte del suo piano per isolare le aree assediate e impedire ai residenti di ricevere cure mediche, a dispetto delle flagranti leggi internazionali che vietano di prendere di mira le strutture sanitarie.
Questi raid hanno coinciso con il bombardamento di altre aree nel nord della Striscia di Gaza, con le forze di occupazione che hanno lanciato raid intensivi nelle aree di Al-Alami e Abu Qamar nel campo di Jabalia, prendendo di mira le infrastrutture e le case civili, aumentando così la sofferenza dei residenti assediati che non hanno un rifugio sicuro.
Crimini di genocidio: bombardamenti, carestie e prevenzione delle squadre mediche
Nell’ambito della sua attuale strategia, l’esercito israeliano continua a portare avanti un’operazione militare su larga scala volta a isolare la parte settentrionale della Striscia di Gaza e a sfollare con la forza i suoi residenti. Le forze di occupazione impediscono alle squadre mediche e di protezione civile di entrare nelle zone colpite, aggravando la situazione dei feriti che soffrono per la mancanza di cure e di primo soccorso. Queste misure arbitrarie fanno parte di una politica sistematica volta a tagliare le forniture umanitarie essenziali, minacciando una carestia imminente, soprattutto perché tutte le strade che portano alla zona sono interrotte.
Escalation a Gaza City e continui raid nel nord della Striscia di Gaza
La città di Gaza non è stata risparmiata da intensi bombardamenti, con raid israeliani che hanno preso di mira diverse aree all'alba di oggi e ieri sera. Il bombardamento del nord della Striscia di Gaza continua intensamente, stringendo la presa sui residenti e aumentando il numero di sfollati in fuga dall’inferno dei bombardamenti in corso. Le famiglie palestinesi che sono fuggite dal nord della Striscia di Gaza per cercare rifugio nella città di Gaza vivono ora in uno stato di panico, per la mancanza di luoghi sicuri che le proteggano dalla brutalità dell’occupazione.
Spostamenti forzati sistematici dall’ottobre 2024
Dal 5 ottobre l’esercito israeliano sta conducendo una campagna militare su larga scala nel nord della Striscia di Gaza, con l’obiettivo di isolare l’intera area e sfollare forzatamente la popolazione con il pretesto di operazioni militari. Come risultato di questa campagna, più di 1.500 palestinesi sono stati uccisi nel nord della Striscia di Gaza e sono aumentate le ondate di sfollamenti di massa, con migliaia di persone in fuga verso Gaza City e altre località in tutto il paese nella speranza di essere al sicuro, ma devono affrontare condizioni di vita estremamente difficili in assenza di aiuti umanitari, che rischiano di portare a una catastrofe umanitaria senza precedenti.
Deterioramento degli aiuti umanitari: dati scioccanti sulle perdite umane.
Mentre sono trascorsi 400 giorni dall’inizio dell’aggressione, l’ufficio stampa governativo di Gaza ha rivelato cifre terribili, segnalando la morte e la scomparsa di oltre 53.000 persone a seguito degli attacchi israeliani in corso, tra cui circa 30.000 donne e bambini, il che mostra chiaramente la portata di attacchi indiscriminati contro i civili. Queste cifre confermano che la guerra contro Gaza non si è limitata alla resistenza palestinese, ma si è estesa alla struttura della popolazione a livello globale, portando a disastri umanitari che hanno colpito tutti gli aspetti della vita nella Striscia di Gaza.
Imminente disastro umanitario a causa dell'assedio e dell'interruzione dei rifornimenti
Le aree settentrionali della Striscia di Gaza stanno subendo un assedio soffocante poiché le forze di occupazione hanno tagliato tutti i rifornimenti umanitari a decine di migliaia di persone assediate, aumentando i rischi di una carestia che minaccia la vita di migliaia di persone. Con i continui bombardamenti e assedi, la popolazione di Gaza si ritrova intrappolata tra le mura della distruzione e soffre la fame, in assenza di sufficienti iniziative umanitarie internazionali per intervenire e salvare i civili. Le organizzazioni per i diritti umani avvertono che il protrarsi di questa situazione rischia di portare a una catastrofe umanitaria che si diffonderà in tutto il mondo.
Appello umanitario urgente: salvare Gaza dalla carestia e dalla morte
Di fronte a questi eventi catastrofici, migliaia di persone intrappolate nel nord della Striscia di Gaza chiedono alla comunità internazionale di agire immediatamente per porre fine all’aggressione israeliana e fornire aiuti a coloro che sono intrappolati nel nord della Striscia di Gaza. Sottolineano che il silenzio del mondo su questi massacri equivale a un sostegno indiretto a Israele nella sua continua politica di massacri, mentre il popolo palestinese aspira a realizzare il proprio diritto alla vita e alla sicurezza. Salvare Gaza oggi è una responsabilità umanitaria e morale della comunità internazionale, ed è tempo di intervenire urgentemente prima che Gaza si trasformi in una fossa comune a causa della guerra e dell’assedio.
(Vedi anche le rubriche e gli articoli pubblicati da Brigitte Challande del Collectif Gaza Urgence displaced.es sui siti AlterMidi e ISM France)
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