53 anni, già candidato a diventare vicepresidente di Donald Trump prima che la scelta cadesse su JD Vance, il senatore della Florida ha inasprito negli anni la sua linea moderata, sposando progressivamente quella del presidente eletto.
Un elenco che cresce giorno dopo giorno. Appena eletto presidente degli Stati Uniti, Donald Trump sta facendo progressi nella formazione della sua futura amministrazione, nominando in particolare i lealisti a posizioni chiave e chiedendo che possano assumere le loro funzioni evitando un laborioso processo di conferma al Senato.
Come ha riportato lunedì 11 novembre il New York Times, il presidente eletto intende nominare segretario di Stato l’influente senatore della Florida Marco Rubio, attuale vicepresidente del Senate Intelligence Committee.
Quest’ultimo, 53 anni, era già stato pronosticato per diventare il candidato repubblicano alla vicepresidenza, con Donald Trump che alla fine preferiva JD Vance.
Sensazione del 2016
Se questa nomina venisse confermata, segnerebbe una spettacolare svolta da parte di Marco Rubio, che nel 2016 definì Donald Trump un “truffatore” e “la persona più volgare che abbia mai aspirato alla presidenza”, tanto che i due uomini si sono affrontati nella corsa per la nomination repubblicana. Tuttavia, la scorsa settimana ha dichiarato alla CNN di essere “sempre interessato a servire questo Paese”.
Anche nel 2016, durante questa corsa per le nomination, Marco Rubio fece scalpore arrivando al terzo posto nella prima votazione in Iowa. Accreditato con il 23% dei voti, ha seguito Ted Cruz, che ha ottenuto il 28% dei voti, e Donald Trump, che ha ricevuto il 24% dei voti.
Infine, è arrivato quarto alle primarie, vinte in gran parte dal miliardario, con l’11,27% dei voti.
Marco Rubio, allora 44enne, grazie a questa performance si era imposto sulla scena politica americana. Poteva già vantare una ricca carriera politica, iniziata quasi 20 anni prima come funzionario eletto locale in Florida.
Proveniente dall’immigrazione cubana, è sostenuto dal Tea Party e mette regolarmente in scena la sua storia, con genitori di origini molto modeste. Un “sogno americano” che lo portò al Senato nel 2010.
Sempre meno moderato
Considerato un moderato, in passato definito un “repubblicano Obama” dai suoi detrattori di destra, negli anni si è avvicinato alle posizioni di Donald Trump, soprattutto per quanto riguarda la politica internazionale.
Come ricorda Reuters, Marco Rubio, nelle sue ultime interviste, ha stimato che l’Ucraina dovrebbe cercare un accordo negoziato con la Russia per porre fine al conflitto tra i due paesi.
“Non sono dalla parte della Russia, ma sfortunatamente la realtà è che la guerra in Ucraina finirà con una soluzione negoziata”, ha detto alla NBC a settembre.
È stato anche uno dei 15 senatori repubblicani a votare contro un pacchetto di aiuti militari da 95 miliardi di dollari per l’Ucraina, approvato ad aprile.
La sua nomina, se efficace, potrebbe anche consolidare i guadagni ottenuti da Donald Trump presso l’elettorato latino, che ha un peso significativo oltre Atlantico. Nello stato della Florida, dove è ancora senatore, questo elettorato ha in gran parte voltato le spalle ai democratici.
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