Uno studio recente, pubblicato il 7 novembre sulla rivista Comunicazioni Terra e Ambientepunti salienti l’impronta di carbonio completamente sproporzionata di questa modalità di trasporto prediletta dai più fortunati. L’analisi di 18,7 milioni di voli tra il 2019 e il 2023 rivela pratiche preoccupanti, anche se si prevede che la flotta globale aumenterà di un altro livello nel prossimo decennio.
Questo aumento vertiginoso è guidato da un’élite che rappresenta appena lo 0,003% della popolazione adulta mondialeche a quanto pare non sembra preoccupato dal riscaldamento globale.
Un settore in forte espansione nonostante il suo impatto deleterio
I numeri parlano chiaro: lo sono 15,6 milioni di tonnellate di CO2 che sono stati rifiutati nel 2023 da soli 256.000 utenti jet privati. Sebbene questo volume rappresenti meno del 2% delle emissioni dell’aviazione commerciale, riflette un consumo per passeggero che è significativamente più elevato rispetto ai voli regolari.
L’attuale flotta di 26.000 aerei serve principalmente gli Stati Unitiche concentrano i due terzi dei jet privati a livello mondiale. Il profilo tipico dei loro passeggeri secondo i dati raccolti dallo studio? Individui la cui ricchezza personale media raggiunge i 123 milioni di dollari.
Pratiche assurde di fronte all’emergenza climatica
In un momento in cui l’IPCC chiede una drastica riduzione delle emissioni di gas serra, la metà dei viaggi effettuati non supera i 500 km. Queste brevi distanze, per le quali il treno o l’auto sarebbero ovvie alternative, illustrano una totale disconnessione dalle questioni ambientali. Cosa ancora più aberrante, una parte considerevole dei voli viene effettuata a vuoto (o quasi), semplicemente per posizionare i dispositivi al posto giusto o garantire le consegne, moltiplicando di conseguenza le emissioni superflue.
I picchi di utilizzo dimostrano un paradosso incongruo. Mentre la COP28 del 2023 a Dubai discuteva su come limitare il riscaldamento globale, centinaia di jet privati convergevano verso l’emirato, generando un notevole inquinamento. Stesso schema per il Forum economico di Davos, dove le élite mondiali discutono di sviluppo sostenibile favorendo questa modalità di trasporto ultra inquinante. Il Super Bowl trasforma anche il cielo americano in una vera e propria autostrada per i jet privati per un fine settimana.
Anche località balneari di lusso come Ibiza e Nizza vedono un afflusso di questi aerei ogni fine settimana estivo. Una concentrazione di furti che si intensifica in occasione di festival ed eventi mondani, come quello di Cannes. Questi viaggi comfort, motivati dal solo desiderio di risparmiare qualche ora, vengono condotte in violazione degli obiettivi dell’Accordo di Parigi.
Un futuro climatico messo a repentaglio dall’assenza di regolamentazione
Considerate le proiezioni di crescita del settore, l’orizzonte climatico diventa ancora più oscuro. Secondo le previsioni degli analisti, Si prevede che la flotta globale di jet privati crescerà di un ulteriore terzo entro il 2033. Questa espansione pianificata avviene nonostante il consenso scientifico sia chiaro sugli effetti delle emissioni di carbonio sul nostro pianeta.
Le soluzioni tecnologiche alternative proposte dall’industria faticano a convincere. I carburanti sostenibili per l’aviazione, presentati come la panacea ambientale, rimangono in gran parte ignorati dai proprietari di jet. Una riluttanza che riflette la riluttanza del settore a trasformare le proprie pratiche, nonostante il suo notevole impatto per passeggero. I produttori continueranno quindi a mettere in servizio dispositivi sempre più lussuosi, senza alcun reale vincolo ambientale.
I ricercatori denunciano nel loro studio la riluttanza dei leader politici ad affrontare il problema. «LL’aviazione privata illustra il dilemma politico nell’affrontare il ruolo dei benestanti, con i politici riluttanti a prendere di mira i ricchi e potenti », sottolineano. Questa debolezza si manifesta con l’assenza di normative vincolanti, anche se il settore rappresenta un tipico esempio di consumo eccessivo e non essenziale.
Senza misure coercitive rapide – tassazione progressiva, divieto di voli brevi, quote di emissioni – l’impronta di carbonio dell’aviazione privata continuerà a crescere, minando gli sforzi collettivi per ridurre le emissioni. Una situazione tanto più preoccupante in quanto queste emissioni colpiscono l’intera popolazione mondiale, aggravandosi ulteriormente il divario tra un’élite mobile e la maggioranza, costretta alla sobrietà.
- L’impronta di carbonio dei jet privati è sproporzionata e continua ad aumentare, nonostante l’emergenza climatica.
- I jet privati emettono 15,6 milioni di tonnellate di CO₂ all’anno, spesso su viaggi brevi o addirittura vuoti.
- La mancanza di una regolamentazione rigorosa consente a questo settore di crescere senza restrizioni, mettendo a rischio gli sforzi globali per ridurre le emissioni.
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