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Valute: Trump rafforza il dollaro, la sterlina resiste, l’oro crolla del -2%

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Che discesa per l’Euro (fino a -2,2% verso 1,685 poi stasera -1,9% a 1,0725) e per lo Yen (-2,1% verso 154,7, stasera la moneta giapponese è al ribasso).

Il ‘$-Index’ è salito del +1,8% verso 105,20, il miglior punteggio dal 4 luglio.
Le 2 valute che resistono meglio sono la Sterlina con -1,1% e il Dollaro canadese con -0,9%, il Franco svizzero scende -1,5% verso 0,8750.

La schiacciante vittoria di Trump e dei repubblicani al Congresso (saranno in maggioranza in entrambe le camere) dà indirettamente impulso al dollaro, attraverso l’impennata dei tassi a lungo termine che erano già saliti da +70 a +75 punti (cosa inaudita all’inizio). di un ciclo di riduzione dei tassi da parte della FED) e che aggiungono +20Pti in più in 24 ore e +25Pti in 36 ore.

Gli Stati Uniti “30 anni” sono saliti di +22,5 punti al 4,675% (4,652% stasera, ovvero +20 punti), i “10 anni” di +21 punti al 4,4860% (peggiore punteggio dal 10 giugno o dal 1 luglio) prima ricadere impercettibilmente verso il 4,478% (ovvero +19Pts).
È difficile immaginare che la FED ridurrà il suo tasso di riferimento di -25 punti domani sera (20:00), uno scenario che tuttavia gode di consenso dopo il crollo della creazione di posti di lavoro in ottobre e poi dei “posti di lavoro” disponibili.

Tornando al contesto politico, il trionfo dei repubblicani è totale… e lo schiacciasassi mediatico esclude totalmente che si possa concepire uno scenario del genere.
Contrariamente alle aspettative ispirate dal 2016 (Trump ottiene il maggior numero di elettori ma resta in minoranza nei voti), il voto popolare assomiglia a un’onda anomala con 6 milioni di voti a favore del Partito repubblicano.
E qui c’è anche una grande sorpresa: l’amministrazione repubblicana beneficerà del controllo di entrambe le camere del Congresso… per almeno 2 anni, il che dà carta bianca a Donald Trump per introdurre le sue misure di sgravio fiscale e di recupero. sotto la protezione di crescenti dazi doganali contro la Cina, anche l’Europa… senza dimenticare il Messico e perfino il Canada.

Il calo dell’euro è simmetricamente alimentato dai timori di una politica commerciale aggressiva degli Stati Uniti e dalle tensioni geopolitiche, in particolare a causa dei prevedibili cambiamenti riguardanti il ​​finanziamento della NATO che farebbe maggiore affidamento sui contributi europei.

Considerata l’attuale situazione politica, in Europa sono stati pubblicati con relativa indifferenza diversi dati macroeconomici, in particolare gli indici PMI compositi per il mese di ottobre.

L’indice composito HCOB PMI dell’attività complessiva in Francia, calcolato da S&P Global, è sceso da 48,6 di settembre a 48,1 di ottobre, segnalando la più forte contrazione dell’attività del settore privato francese dallo scorso febbraio.

L’indice PMI composito HCOB dell’attività complessiva nella zona euro si è attestato a 50 in ottobre, riflettendo la perfetta stabilità dell’attività del settore privato, dopo aver riflesso una leggera contrazione attestandosi a 49, 6 il mese precedente.

Da notare che l’oro questa volta soccombe all’impennata del dollaro (e dei tassi) con una ricaduta del -2,7% verso 2.660/2.665, ex zenit del 26 settembre scorso.
Altrimenti, espresso in euro, il metallo prezioso cede solo dallo 0,7 allo 0,8%.

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