Il Monte Everest continua a battere regolarmente il proprio record di altitudine, che secondo gli ultimi calcoli era di 8.849 metri. Questa teoria è quella – non così inverosimile – sostenuta dai ricercatori nel corso di uno studio pubblicato il 30 settembre 2024 sulla rivista Nature Geoscience.
Lo studio, condotto da ricercatori dell’University College di Londra (Inghilterra) e dell’Università cinese di Geoscienze, ha dimostrato che se l’Everest è diventato così grande (e continua a crescere) non è solo a causa della tettonica a zolle, ma anche di un fiume. Come spiegare un fenomeno del genere? I media ScienceAlert ci dicono di più.
Innanzitutto bisogna ricordare che fu quando la placca indiana cominciò a spostarsi verso nord, sprofondando sotto la placca tibetana, circa 50 milioni di anni fa, che il Monte. La collisione tra le due placche creò una massiccia compressione ed elevazione di strati di sedimenti sedimentari. rocce lungo la zona di collisione, dando origine al massiccio himalayano, al confine con le regioni del Tibet e del Nepal. Se le vostre lezioni universitarie sono vecchie, vi ricordiamo che si tratta proprio della tettonica a placche, questo processo geologico che divide la superficie terrestre in grandi placche rigide, che si muovono lentamente sul mantello terrestre. Questa informazione è importante, perché la causa principale dell’elevazione iniziale e continua dell’Himalaya rimane la dinamica delle placche tettoniche.
Ma non solo. Lunedì 30 settembre, i ricercatori hanno spiegato che anche il fiume Arun, situato a circa 75 chilometri a est della vetta, contribuisce all’innalzamento dell’altitudine del tetto del mondo. Questo si chiama “rimbalzo isostatico”. Più concretamente, la corrente di Arun erode la roccia e il suolo, alleggerendo progressivamente il carico sulla crosta terrestre e provocandone il “rimbalzo”, che…
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