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uno sguardo alla 17a Biennale d’arte contemporanea di Lione

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La Biennale di Lione, creata nel 1991, si è affermata, dopo oltre trent’anni di esistenza, come uno degli eventi leader in Francia nel campo dell’arte contemporanea. Intitolata La voce dei fiumi che attraversano l’acqua, La 17a Biennale è guidata dalla curatrice ospite Alexia Fabre, direttrice delle Beaux-Arts di Parigi.

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Ritratto della curatrice ospite Alexia Fabre, 2024
– ©Blandine Soulage

Dopo il successo unanimemente riconosciuto della Biennale del 2022, la nuova edizione della Biennale d’arte contemporanea di Lione, che aprirà a settembre 2024, desidera quindi reinventarsi e rinnovare l’esperienza dei visitatori. Si dispiega attraverso le opere di circa sessanta artisti e investe anche in due nuovi siti: le grandi locomotive, enormi hangar situati sulle rive del Rodano, e la Città Internazionale della Gastronomia, nell’ex ospedale Grand Hôtel-Dieu, nel cuore di Lione.

Questa Biennale d’arte contemporanea di Lione 2024 ha un obiettivo chiaro: consentire la (ri)scoperta non solo della città di Lione e della sua storia, ma più in generale della metropoli e della regione, attraverso progetti artistici creati in risonanza con i luoghi, le loro storie e le popolazioni che li abitano.

Opinioni dei critici:

  • Stéphane Corréard:Questa Biennale è un fiume un po’ immobile, nel senso che l’ho trovata un po’ sospesa, la storia non si dipana davvero da un luogo all’altro, ma ci cattura un po’ fin dall’inizio. È una Biennale un po’ crepuscolare, che riflette esattamente il precario equilibrio del nostro mondo, una forma di status quo. Ci aggiriamo un po’ intontiti, come possiamo essere dopo una lotta o prima di una catastrofe.
  • Corinne Rondeau:La Biennale di quest’anno è anche un modo di riesaminare le modalità dell’arte attraverso un certo numero di domande, di ricercare l’alterità del mondo occidentale. In questa Biennale non ci sono confini, ma anzi una forma di sospensione, forse perché non siamo sempre vincolati da una narrazione molto chiara.

La Biennale d’arte contemporanea di Lione 2024 si svolgerà dal 21 settembre 2024 al 5 gennaio 2025.

Le grandi locomotive

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Hans Schabus, “Monumento per le persone in movimento”, 2024, inchiostro, matita, liquido correttore su copia xerografica
– © ADAGP, Parigi, 2024

Situato sulle rive del Rodano, non lontano dalla sua confluenza con la Saona, si estende su una superficie di diverse decine di ettari, Le grandi locomotive si riferisce a un gruppo di edifici industriali inaugurati nel 1846 dalla Compagnie des hauts fourneaux, forges et ateliers d’Oullins, divenuti nel corso del XX secolo il centro tecnico della SNCF. Un tempo luogo di resistenza sindacale, sono stati svuotati della loro vita tecnica e politica per ospitare le opere della XVII Biennale d’arte contemporanea di Lione.

I preferiti della critica per Le grandi locomotive :

  • Stéphane Corréard:C’è un’opera che mi ha davvero lasciato il segno: Monumento per le persone in movimento di Hans Chabus. È un enorme cilindro di legno lungo diverse decine di metri in cui si entra, per attraversare tutti i corridoi. Un po’ come un tunnel in una stazione ferroviaria, solo che qui sono listelli di legno traforati, quindi si vede un po’ di luce esterna. Ho avuto l’impressione di vivere un’esperienza di pre-morte, la famosa luce alla fine del tunnel. Entro in questo tunnel, sono solo, cammino per queste decine di metri e alla fine esco completamente altrove, trasformato. È un’opera spettacolare, sproporzionata. Per me, è molto emblematica di ciò che si può trovare in una biennale.
  • Corinne Rondeau:Quello che mi ha colpito è quello di Julien Discrit. È un lavoro che lavora sulla terapia della memoria e della reminiscenza. È un’opera vasta che fa vagare il visitatore tra le sue tre parti. Ciò che è molto bello è che all’improvviso, questo viaggio, non sappiamo cosa sia, non sappiamo dove stiamo andando. Lo vedo come un modo di parlare della memoria, e allo stesso tempo di spingere lo spettatore a non cercare più una meta, a dirgli “lasciati trasportare da un viaggio che non ha fine”.

Les Grande Locos si trova in 10 rue Gabriel Péri, a La Mulatière (69350). Il posto è raggiungibile con la metropolitana.

La città della Gastronomia

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Hajar Satari, “The Dome”, 2022, blocchi di polistirolo, rivestimento in resina acrilica
– ©Benjamin Giocattolo

La Biennale di Lione investe per la prima volta nell’ex ospedale Grand Hôtel-Dieu, un sito storico un tempo dedicato all’ospitalità e alla cura, costruito nel XII secolo e ricostruito secondo i piani di Jacques-Germain Soufflot nel XVIII secolo. All’interno dei suoi spazi storici, come la sala degli archivi dell’ospedale Charité o gli speziali, dispiega rituali, legati ai cicli della vita, dalla nascita alla morte, che riecheggiano la storia medica e sacra del sito.

I preferiti della critica per La città della Gastronomia :

  • Stéphane Correard : “Una bella sorpresa per me è il lavoro di una giovane artista di origine iraniana: Hajar Satari. Trovo che le sue tre sculture spicchino in questa Biennale. Sono di un bianco immacolato, con una sensualità inquietante, soprattutto perché i frammenti di corpo inclusi nelle sculture sono stati modellati sull’artista stessa.”
  • Corinne Rondeau : ” Sono totalmente d’accordo! Ed è un’opera in contrappunto a quelle che ci accolgono, come quella enorme di Guadalupe Maravilla, per esempio, con amache sospese come ricettacoli per evocare gli spiriti. Infine, credo che l’aspetto di tutta la biennale che ci manca un po’ è che ci dovrebbero essere tante performance.

La Città della Gastronomia si trova al 4 Grand Cloître du Grand Hôtel-Dieu, a Lione, ed è raggiungibile con i mezzi pubblici.

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