Il Senegal ha fatto affidamento sull’esportazione di gas naturale liquefatto (GNL) per stimolare la propria crescita economica, in particolare verso l’Europa.
Tuttavia, secondo un rapporto dell’Istituto Internazionale per lo Sviluppo Sostenibile (IISD) esaminato da Enquête, questa scommessa potrebbe rivelarsi rischiosa nel lungo termine, a causa dell’imminente calo della domanda internazionale di gas legato agli obiettivi di decarbonizzazione.
→ LEGGI ANCHE: Ex membro della RTS 1, tra 10 giorni lancerà la sua televisione!
Gli ingenti investimenti nel GNL espongono il Senegal a mercati dei combustibili fossili sempre più incerti.
“Il governo senegalese scommette che i progetti GNL rimarranno redditizi per decenni, nonostante i numerosi segnali di allarme”, afferma Bathandwa Vazi, consulente politico dell’IISD, come riportato nel rapporto.
→ LEGGI ANCHE: Piogge del 16 e 17 settembre: il bilancio spaventoso delle inondazioni
Il Senegal potrebbe quindi ritrovarsi in una situazione di eccessiva dipendenza, con rischi di irrecuperabilità dei beni e impatti negativi sull’ambiente e sui mezzi di sussistenza locali.
In effetti, i progetti di gas nell’Africa subsahariana, come quello in Senegal, impiegano in genere dagli otto ai dieci anni per diventare operativi. Tuttavia, si prevede che la domanda di gas europea raggiungerà il picco entro il 2025, ben prima che i progetti senegalesi entrino in funzione.
→ LEGGI ANCHE: Si conosce la prima vittima dell’inchiesta: “È in custodia della polizia”
Secondo lo scenario di transizione energetica a zero emissioni nette dell’Agenzia Internazionale per l’Energia, si prevede che la domanda globale di combustibili fossili diminuirà entro il 2050, sollevando dubbi sulla redditività a lungo termine del GNL.
Il Senegal deve anche affrontare una dura concorrenza da parte di paesi come Nigeria, Mozambico e attori importanti come Stati Uniti e Iran. “Come nuovo attore nel campo del GNL, il Senegal deve anticipare i rischi”, aggiunge la Sig.ra Vazi.
Il Senegal mira anche a migliorare l’accesso all’energia per la sua popolazione, di cui solo il 75% attualmente ha elettricità, secondo la nota, e si affida principalmente alla produzione di GNL. Tuttavia, sono necessari massicci investimenti nelle infrastrutture di condotte e la conversione delle centrali elettriche sarà necessaria per garantire il consumo di gas interno.
Tuttavia, gli autori del rapporto avvertono: “I finanziatori del GNL in Senegal potrebbero favorire le esportazioni rispetto alla domanda interna, compromettendo così la sicurezza energetica locale.”
Infine, il rapporto evidenzia che l’esplorazione del gas, iniziata nel 2014, ha avuto effetti negativi sulle comunità costiere, in particolare sui pescatori, le cui attività sono state ridotte.
Ulteriori rischi ambientali sono associati agli impianti GNL galleggianti situati al largo della costa, che espongono le aree a potenziali perdite o incidenti.
Related News :