L’esercito israeliano ha dichiarato di essere preoccupato per il “destino” di KFIR e Ariel Bibas, gli ultimi due ostaggi per bambini nella striscia di Gaza. 2 e 5 anni, furono rapiti da Hamas il 7 ottobre 2023 con la madre. I bambini dovevano essere i primi ostaggi ad essere liberati.
L’esercito israeliano è molto preoccupato per il “destino” degli ultimi due ostaggi per bambini nella Striscia di Gaza, il suo portavoce, il contrammiraglio Daniel Hagari, ha detto sabato in una dichiarazione televisiva dopo l’uscita di quattro donne soldate di Hamas e Jihad islamica.
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“Israele chiede il ritorno (…) di Shiri Bibas e dei suoi figli, il cui destino ci riguarda profondamente”, ha detto l’ammiraglio Hagari.
Kfir e Ariel, bambini detenuti dal 7 ottobre 2024
Daniel Hagari si riferiva a KFIR e Ariel Bibas, di 2 e 5 anni, rapito con la madre il 7 ottobre 2023 nel sud di Israele.
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Gli ostaggi rilasciati, in linea di principio, essere i primi figli, donne civili, poi soldati e uomini di almeno 50 anni. Infine, gli uomini più piccoli, feriti o malati, dovrebbero essere rilasciati.
Durante la prima fase della tregua, verranno negoziate le modalità del secondo, il che dovrebbe consentire il rilascio degli ultimi ostaggi, prima dell’ultima fase relativa alla ricostruzione di Gaza e alla restituzione dei corpi degli ostaggi che sono morti in cattività .
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1.210 morti sul lato israeliano, 47.283 sul lato palestinese
L’attacco di Hamas il 7 ottobre 2023 ha provocato la morte di 1.210 persone dalla parte israeliana, i civili della maggioranza, secondo un conteggio AFP basato sui dati ufficiali. Delle 251 persone rapite, 87 sono ancora a Gaza, tra cui 34 morti secondo l’esercito. Altri sono stati annunciati morti da Hamas ma senza conferma israeliana.
Per rappresaglia per il 7 ottobre, Israele ha lanciato un’offensiva nella striscia di Gaza assediata, che ha lasciato almeno 47.283 morti, per lo più civili, secondo i dati del Ministero della salute di Hamas.
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La tregua è stata generalmente rispettata da domenica, a parte alcuni incidenti. In meno di una settimana, ha permesso l’ingresso di diverse migliaia di camion umanitari nel piccolo territorio.