In Ucraina, cresce la tentazione di droni killer autonomi pieni di intelligenza artificiale

In Ucraina, cresce la tentazione di droni killer autonomi pieni di intelligenza artificiale
In Ucraina, cresce la tentazione di droni killer autonomi pieni di intelligenza artificiale
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Con il conflitto ucraino a fungere da catalizzatore, la minaccia sta diventando sempre più chiara. Droni autonomi in grado di distruggere obiettivi senza intervento umano, o addirittura di ucciderli, stanno per irrompere in massa sul campo di battaglia. Una svolta tecnologica nell’arsenale precedentemente schierato in tempo di guerra. “In Ucraina la tentazione è folle», ha osservato lo scorso dicembre Henri Seydoux, il capo di Parrot. Lo ha affermato nel corso di un’audizione di alcuni leader del settore dei droni presso l’Assemblea nazionale, nel quadro della Commissione nazionale per la difesa e le forze armate. La sua compagnia è una delle rare francesi, insieme a Delair, a inviare droni destinati a sostenere l’esercito ucraino.

Poco costosi, insensibili ai disturbi del GPS, indipendenti dal numero di piloti più o meno addestrati, dotati di sistemi di puntamento ultraprecisi… Per l’Ucraina, questi droni automatizzati con molta intelligenza artificiale potrebbero costituire un elemento decisivo contro l’attacco russo. gigante. Nel 2021, un rapporto delle Nazioni Unite affermava che dispositivi di questo tipo erano stati senza dubbio utilizzati in Libia un anno prima. Oggi si profila un utilizzo su larga scala. “I robot assassini stanno per riempire i cieli ucraini”, titolava il Wall Street Journal il 15 novembre, descrivendo nel dettaglio questa dinamica sostenuta da attrezzature ormai poco costose. Dal concetto, si sono evoluti in armi operative.

Verso una regolamentazione internazionale?

Resta il fatto che il loro utilizzo, oggi in Ucraina come banco di prova, domani in nuove zone di conflitto, lascia presagire oscure conseguenze per il futuro. Da qui l’allarme lanciato da Henri Seydoux, tanto più che il leader ammette: una volta lanciato, è impossibile sapere quale uso venga realmente fatto delle sue armi nascoste da parte degli eserciti. Certamente, come per altre tecnologie che coinvolgono l’intelligenza artificiale, possiamo sostenere che è sufficiente che gli esseri umani rimangano sempre nel ciclo decisionale. Ma durante un conflitto armato è facile immaginare che questa diga sarebbe molto fragile. Soprattutto perché le tecnologie coinvolte sono in gran parte sviluppate da attori digitali, che hanno molta meno familiarità con i quadri internazionali.

Tuttavia è possibile agire. Proprio come l’uso dei gas da combattimento durante la Prima Guerra Mondiale fu vietato nel 1925 dal Protocollo di Ginevra, anche quello dei droni armati autonomi potrebbe esserlo. “È molto importante che i paesi democratici siano estremamente fermi nel vietare le armi autonome», ha insistito Henri Seydoux. Un trattato internazionale potrebbe limitare l’uso di queste armi di nuova generazione, almeno al di sopra di una certa soglia di autonomia. Questa questione politica sta emergendo anche quando recentemente sono saliti al potere leader con scarsa propensione alla regolamentazione. Preoccupante.

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