Lettera del giorno –
Alcune disuguaglianze evidenti
Una riflessione sulle razze dei ginevrini nella vicina Francia.
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Pubblicato oggi alle 7:22
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Ginevra, 20 gennaio
Vorrei attirare l’attenzione sulla nuova legge doganale che, con il pretesto di proteggere i commercianti locali, penalizza ingiustamente i residenti svizzeri di fronte al “turismo dello shopping” nella vicina Francia. Sappiamo tutti che bastano pochi passi per attraversare uno degli 80 confini che separano Ginevra dalla Francia. Lì i prezzi, sia per il cibo che per i libri, sono notevolmente più bassi. Finora ogni adulto poteva portare con sé beni per un valore fino a 300 franchi, ora questa somma è stata dimezzata (150 franchi), il che appare profondamente ingiusto.
Il vero problema sorge quando osserviamo la situazione dei lavoratori frontalieri che ogni mattina vengono a lavorare in Svizzera, ricevono lo stesso stipendio dei residenti svizzeri, per poi tornare in Francia al termine della giornata lavorativa. Beneficiano quindi dei prezzi francesi pur ricevendo stipendi svizzeri, una realtà che permette loro di vivere meglio dei residenti locali. Questa disuguaglianza è palese: i lavoratori transfrontalieri hanno una qualità di vita molto migliore, mentre i residenti svizzeri sono vincolati da restrizioni doganali che limitano il loro accesso a prodotti più economici.
Un altro punto assurdo di questa legge è che solo gli adulti possono riportare indietro i beni, compreso il cibo. Come se i bambini non mangiassero! Questa misura mostra una completa disconnessione con la realtà delle famiglie. È anche importante evidenziare l’ingiustizia geografica. Per gli abitanti vicini alla frontiera, a poche centinaia di metri a piedi, è facile fare la spesa ogni giorno in Francia, a volte anche più vicino di un supermercato svizzero. Sono invece fortemente penalizzati coloro che abitano a 5 chilometri o più di distanza, pur non avendo questa facilità di accesso.
Questa nuova legge, con il pretesto di proteggere alcuni commercianti locali, in realtà sembra essere una risposta politica a beneficio di alcuni manager che faticano ad adattarsi alla concorrenza. Tuttavia, molte aziende svizzere sono state in grado di adattarsi offrendo prezzi più bassi e competitivi. L’ironia sta nel fatto che questa legge permette a più persone di fare il pieno di sabato in un’auto e di riportare indietro fino a 750 franchi di merce. Ciò incoraggia persino alcuni a correre il rischio di acquistare più di quanto consentito. In definitiva, questa legge è una misura politica fantoccio, motivata da potenti interessi di lobby ma scollegata dalla realtà quotidiana dei residenti.
È giunto il momento di pensare a misure più giuste ed eque che tutelino i residenti svizzeri senza creare tali disparità tra loro e i lavoratori transfrontalieri.
Luis Carvalho
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