Coppie cattoliche-protestanti: quale equilibrio? | RCF

Coppie cattoliche-protestanti: quale equilibrio? | RCF
Coppie cattoliche-protestanti: quale equilibrio? | RCF
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Protestanti, cattolici, ortodossi… la fede cristiana li unisce ma le differenze nella pratica sono molto reali. Per alcune coppie, il loro amore ha superato tutto ciò e vivono con le convinzioni reciproche. Ma quando arriva il momento di prepararsi per il matrimonio, sorgono delle domande. Illustrazione con coppie cattolico-protestanti.

Un matrimonio che si prepara attraverso il dialogo

In tutte le coppie il dialogo è fondamentale, ma per le unioni miste non è un compito facile. Olivier Pons, diacono e delegato episcopale per l’unità dei cristiani della diocesi di Lione, prepara da circa trent’anni i futuri sposi al matrimonio. Per lui il primo passo è invitare i giovani a parlare della loro fede chiedendosi: come si prega?. Marion Babeanu, protestante sposata con un cattolico e lei stessa proveniente da una coppia mista, testimonia un fatto reale “arricchimento”attraverso questo dialogo, che lo porta a “andare fino al limite della nostra fede” e chiedersi “In cosa crediamo veramente?”. Ciò che la colpì fu soprattutto il fatto di mettersi in discussione in ogni fase della preparazione al matrimonio: “cosa vogliamo dire in questa unione e cosa vogliamo significare nella nostra celebrazione?”.

Il dialogo è sicuramente un passaggio cruciale nella preparazione al matrimonio, ma i futuri sposi dovranno comunque affrontare alcune rinunce durante la cerimonia. Olivier Pons attesta che una delle scelte più ovvie, ma non prive di difficoltà, è quella del luogo della celebrazione. L’uno o l’altro dei coniugi dovrà quindi fare una concessione. Non possiamo fare metà e metà nella celebrazione del matrimonio, è un’aggiunta di ricchezzaconfida.

Questi compromessi possono manifestarsi con uno o più riti mancanti, come l’Eucaristia al matrimonio di Marion Babeanu, che i suoi suoceri avrebbero voluto celebrare. Per gli sposi ciò non ha avuto alcun impatto. Olivier Pons afferma quindi che noi “non si può parlare di matrimonio ecumenico perché seguiamo un rito che arricchiamo con l’altra tradizione”. Lo aggiunge il diacono “l’unità è un cammino”. Marion Babeanu lo può attestare: “Con mio marito, anche dopo il nostro matrimonio, non abbiamo finito di superare i cliché che ci portiamo dietro, le domande o le paure che la Chiesa dell’altro deve affrontare. Ovviamente non è facile ma è ricco”sottolinea.

Belgio

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