Un clamore immenso, abbracci e fiumi di lacrime: è con intensa emozione che le migliaia di persone si sono radunate nella piazza denominata “ostaggi”nel centro di Tel Aviv, si sono svolte le diverse fasi della liberazione dei primi tre prigionieri restituiti da Hamas, domenica 19 gennaio. Le giovani donne, i cui nomi erano stati resi pubblici in giornata, sono arrivate in Israele nel tardo pomeriggio, nell’ambito dell’accordo concluso tra il loro Paese e l’organizzazione islamista il 15 gennaio. Doron Steinbrecher (31 anni), Romi Gonen (24 anni) e la britannica-israeliana Emily Damari (28 anni) hanno così trovato la loro patria e i loro cari, al termine di un’interminabile prigionia durata 471 giorni. A loro dovrebbero aggiungersi, nelle prossime sei settimane, trenta degli ostaggi liberati nella fase iniziale dell’accordo, che ne prevede tre.
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Prima, però, c’era tanta angoscia e incertezza: fino all’ultimo momento, quello della restituzione effettiva delle giovani donne, gli israeliani riuniti in piazza non hanno osato credere alla buona notizia. Tante speranze deluse, tante aspettative vane. Domenica mattina, ancora una volta, il cessate il fuoco nell’enclave palestinese è arrivato con due ore di ritardo, poiché Hamas non aveva comunicato nei tempi previsti l’elenco dei primi liberati.. “In questi giorni ho trattenuto l’entusiasmo”spiega Vered Peer, una volontaria che da mesi accompagna la gente in giro. Come tutti, lei è rimasta con gli occhi incollati al maxischermo dove trasmettevano le immagini riprese dalla televisione palestinese Al-Quds, affiliata ad Hamas.
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