La Cina prende le distanze da Putin

La Cina prende le distanze da Putin
La Cina prende le distanze da Putin
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Il presidente cinese Xi Jinping dovrà affrontare grandi sfide nel 2025. Il rallentamento dell’economia e le battute d’arresto geopolitiche minacciano i suoi obiettivi strategici. Il che crea nuovi conflitti, anche con Putin.

Patrick Diekmann / t-online

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Nella politica internazionale vale una regola d’oro: quanto più un capo di Stato o di governo appare in pubblico, tanto più favorevole è la sua situazione politica. Le presenze di Vladimir Putin, capo del Cremlino, sono così aumentate con i progressivi successi del suo esercito nella guerra in Ucraina. Allo stesso modo, Donald Trump, futuro presidente degli Stati Uniti, è già coinvolto negli affari geopolitici dopo la sua vittoria elettorale, anche se entrerà ufficialmente in carica solo il 20 gennaio.

Xi Jinping, invece, è stato più discreto. A parte il discorso di Capodanno in cui ha ribadito la sua amicizia con Putin e ha minacciato Taiwan di “inevitabile riunificazione”, la Cina rimane discreta sulle principali questioni internazionali. Ciò contrasta nettamente con il suo status di superpotenza che pretende di influenzare la politica mondiale. Questa riserva può essere spiegata da una combinazione di problemi interni ed esterni che indeboliscono la posizione di Xi Jinping.

L’anno 2024 è stato catastrofico per Xi Jinping. Tra un’economia vacillante, la minaccia di una nuova guerra commerciale con gli Stati Uniti sotto Trump e alleati come Putin o Bashar al-Assad che stanno causando delusioni geopolitiche, la Cina ha accumulato battute d’arresto. A ciò si aggiunge una lotta di potere interna al Partito comunista cinese. Di conseguenza, dal punto di vista di Pechino, il 2025 non potrà che essere migliore.

Per non perdere di vista i suoi obiettivi strategici a lungo termine, Xi sta ora cambiando tattica: La Cina sta giocando la carta della cautela. Pechino teme Trump ed evita di dargli un pretesto per intensificare il conflitto con la Cina. Questa cautela si traduce anche in un allontanamento economico da Vladimir Putin.

L’economia cinese in difficoltà

La pressione economica sulla Cina è enorme. L’economia cinese, un tempo motore della crescita globale, si trova ad affrontare problemi strutturali: una popolazione in calo, una disoccupazione in aumento e una domanda interna debole. I piani di ripresa economica avviati da Xi Jinping hanno portato pochi risultati. Il debito pubblico e la deflazione sono in aumento, mentre la fiducia degli investitori si sta sgretolando.

I rendimenti dei titoli cinesi decennali hanno raggiunto il minimo storico dell’1,6% e gli investimenti esteri continuano a fuggire dal Paese. Allo stesso tempo, la persistente bolla immobiliare e la stagnazione dei mercati azionari alimentano le incertezze. La debolezza economica minaccia l’equilibrio sociale, basato su un contratto implicito tra il PCC e la popolazione: prosperità economica in cambio di lealtà politica.

Inoltre, la Cina sta ancora subendo gli effetti di una politica sanitaria molto restrittiva durante la pandemia. E le conseguenze economiche degli sconvolgimenti geopolitici legati all’invasione dell’Ucraina da parte della Russia si fanno ancora sentire.

Trump, sia minaccia che opportunità

Nonostante questo contesto cupo, un dato dà speranza a Pechino: le esportazioni cinesi hanno raggiunto un livello record nel 2024, con vendite all’estero pari a quasi 3,6 miliardi di dollari, con un aumento del 5,9% rispetto all’anno precedente. Questo aumento si spiega con l’elezione di Trump, che ha incoraggiato le aziende cinesi e americane a concludere accordi prima dell’entrata in vigore delle nuove tasse doganali. Tuttavia, questi guadagni potrebbero essere solo una tregua prima di un altro shock economico.

Il repubblicano, infatti, prevede di introdurre dazi doganali fino al 60%colpendo settori chiave come l’elettronica, il tessile o la mobilità elettrica.

Ma le tensioni commerciali non si limitano agli Stati Uniti. Molti dei vicini della Cina e delle economie emergenti, come il Messico, stanno cercando di ridurre la loro dipendenza da Pechino.

Crescono le tensioni con la Russia

La cautela della Cina si riscontra anche nei rapporti con la Russia. Temendo di diventare essa stessa un bersaglio delle sanzioni occidentali, la Cina ha preso le distanze da Mosca e molte banche cinesi ora rifiutano di cooperare con le istituzioni finanziarie russe. Inoltre, la Cina sta bloccando il progetto del gasdotto “Power of Siberia 2”, che avrebbe consentito alla Russia di generare entrate sostanziali attraverso le esportazioni di gas. Alcuni porti cinesi, in particolare nella provincia di Shandong, avrebbero chiuso le porte alle petroliere russe a causa delle sanzioni americane.

Questo disimpegno illustra il desiderio di Xi Jinping di limitare i danni collaterali alla sua economia, anche se ciò significa complicare le sue relazioni con l’alleato russo.

Xi Jinping è indebolito a livello interno

Le difficoltà economiche e geopolitiche hanno un impatto diretto sulla popolarità di Xi Jinping. Nel 2024, le purghe all’interno del Partito Comunista e delle forze armate, compreso il licenziamento di alti funzionari come il ministro della Difesa Li Shangfu, hanno rivelato significative fratture interne.

Per mantenere il controllo, Xi Jinping potrebbe tentare di presentare i sacrifici economici come essenziali per raggiungere i suoi obiettivi strategici. Tuttavia la popolazione sembra sempre più scettica nei confronti di questo discorso.

Il Capodanno cinese, segnato dall’ingresso nell’anno del Serpente il 29 gennaio, potrebbe simboleggiare una svolta. I prossimi mesi determineranno se Xi Jinping potrà continuare a combinare la sua ricerca della superpotenza con il suo governo autoritario. Altrimenti la Cina potrebbe sprofondare in un periodo di debolezza e isolamento.

Tradotto e adattato da Noëline Flippe

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