Nel giorno della morte di David Lynch, i Grive, nuovo gruppo in procinto di diventare uno dei protagonisti della scena francese, ci hanno offerto l’omaggio più rilevante al grande cineasta trasportandoci, estasiati, in oscuri vortici elettrici…
Questa sera, David Lynch morto.
Lo abbiamo appreso mentre eravamo ancora in fila, nel freddo che aveva paralizzato Parigi per diversi giorni. La notizia si diffuse a macchia d’olio e divenne l’argomento di conversazione. Non è la morte di Bowielo stesso, ma resta un momento di stordimento generale: Linciare è stato un importante indicatore culturale del 20° secolo e dell’inizio del 21° secolo, e la sua scomparsa lascia un vuoto enorme nei nostri tempi.
E allora ci diciamo che essere qui stasera al Petit Bain per ascoltare Tordoquesto nuovo gruppo francese “drone pop”, come vengono chiamati i Musicbrainz, che ha pubblicato un entusiasmante primo album, Storie di incertezzaè un modo appropriato per onorare la memoria di Linciare…
Sono le 20:40 quando Stéphane Milochevitch entra da solo sul palco, davanti ad un pubblico già numeroso. Questo cantautore ha già attirato l’attenzione sotto il nome Milleed eccolo qui che canta in francese, sotto il suo vero nome. Un approccio apprezzabile, che a tratti ricorda gli esordiAlain Bashung — un complimento di per sé, ma che finisce per diventare fastidioso, man mano che prende piede l’impressione di ascoltare un imitatore.
Il problema sta in questo “canto”, così tipicamente francese, che assomiglia più alla recitazione o al cantato parlato, uno stile diventato un logorante cliché. Questa scelta spesso tradisce i limiti vocali dei nostri cantautori, e qui non fa eccezione. A ciò si aggiungono testi intrisi di una certa leziosità, al punto da sembrare in posa. Prendiamo ad esempio questa citazione: “ Come Claudia Schiffer in The Blackout / In ginocchio e in lacrime sulla spiaggia / A volte la rovina supera l’opera… » (Il chiodo nel legno della croce). Si apre con un riferimento ad un oscuro film diAbele Ferrara – poco conosciuto e poco apprezzato – sembra più uno snobismo che una vera e propria affermazione.
Diciamo la verità: forse siamo duri con noi Stéphane Milochevitchche non conosciamo e le cui intenzioni sono senza dubbio sincere? Ma questo set di 35 minuti non ha funzionato per noi, lasciandoci sprofondare in una certa indifferenza. Tuttavia, non tutto è da buttare via. Abbiamo apprezzato il suo riferimento a David Lynchquando la sua Musica prese una svolta più misteriosa, più travagliata, quasi “lynchiana”. E va notato che una parte significativa del pubblico presente ha applaudito calorosamente la sua performance.
21:40: Tordoè un nuovo duo formato da Agnes Gayraudnotato come cantante di Il felinoet Paolo Regimeau (ex-Stormbirds): una voce notevole, che affascina e spacca, e due chitarre che amano sfiorare, o addirittura entrare direttamente, nel “noise”, l’astrazione del rumore. Sul palco, ed è proprio quello che ci aspettavamo, sono accompagnati Jean-Michel Pirés (ex-Mendelson) che spingerà i passaggi più estremi del set verso una potenza nera che va ben oltre ciò che ascoltiamo nell’album. E da una giovane donna alle tastiere, che aggiunge la sua voce e contribuisce anche alla sezione ritmica.
In questa configurazione, se la musica Tordo resta largamente contemplativo, acquista nei brani più duri una profondità e soprattutto un’intensità che gli permettono di trascendere in modo mozzafiato la sua struttura “iniziale”: è così che, nei due brani più lunghi, Miniera di carbonetratto dal primo EP del gruppo, e Sabbie mobili, Tordo ci solleva l’anima, ci trasporta in un vortice di bellezza sonora che poi ci lascia, sconvolti, a chiedere “di più!” Di più ! “. In questi momenti, che trarrebbero beneficio dall’essere moltiplicati (perché non ne avremo mai abbastanza di questo piacere!), il tordo vola ad un’altezza che non osavamo sperare!
Notiamo subito che Agnès è piuttosto nervosa (abbiamo sognato o le sue mani tremavano a volte?), il che porterà a piccole false partenze, per nulla dannose, poiché l’atmosfera al Petit Bain era così premurosa, attenta e attenta. …generoso. Eravamo tutti lì, sul palco come in sala, uniti dall’amore per la Musica, felici di ritrovarci dopo la lunga “tregua dei pasticceri”… E per alcuni, vagamente storditi dall’annuncio della morte di Linciaree quindi totalmente disposti a lasciarsi trascinare nei vortici astratti, a volte impetuosi, a volte furiosi, di questa musica.
Poiché questa sera si tratta di un “release party” dell’album, esso verrà suonato integralmente, con la – notevole – eccezione di Vai fino al fiumeancora il “centro” del disco, ma probabilmente troppo meditativo per correre il rischio di far calare l’intensità del set. E l’aggiunta di Freddo et Miniera di carbonei due brani forti dell’EP, sono i benvenuti. Il set principale finisce ancora troppo in fretta – Agnès rimarca: “È breve! “. Ma il quartetto torna presto ad eseguire una versione elettrica di… Come un guerrierotitolo favoloso di Polsino ! Che felicità! Che bellezza! Che emozione (poiché, ricordiamolo, Polsino lui stesso non si è mai degnato/osato di mettere in scena i suoi tanti capolavori!). È un peccato che Agnès non conosca bene il lungo testo della canzone, debba fare fatica a decifrarlo sui foglietti che le vengono messi davanti e si confonda tra i versi: di conseguenza le manca la voce chiarezza. sicurezza, e la canzone perde un po’ della sua intensità. Invidiamo chi lo ascolterà una volta che il gruppo lo avrà meglio adattato nel corso dei concerti!
Agnès resta sola sul palco e offre alle nostre anime inquiete il regalo più bello possibile: una ripresa aerea dell’indimenticabile Nella notte cantato da Julee Crociera, estratto dalla colonna sonora di Cime gemelle. Un momento prezioso, in ricordo del più grande cineasta del nostro tempo (…e chitarrista rock, ricordiamolo), che a sua volta sprofondò nei neri turbini della Morte.
Grazie, signor Linciare. Grazie Tordo.
Testo: Eric Debarnot
Foto: Robert Gil