L’associazione Plan Bleu, impegnata nella promozione dello sviluppo sostenibile nel Mediterraneo, ha pubblicato il suo ultimo rapporto, “MED 2050”, in cui presenta sei possibili scenari per il futuro della regione.
Quale futuro per il Mediterraneo domani? L’associazione Plan Bleu, creata nel 1977 per promuovere lo sviluppo sostenibile nel Mediterraneo, produce ogni vent’anni analisi e raccomandazioni per orientare i decisori verso politiche ambientali sostenibili. “Il rapporto MED 2050 è lungimirante”, lo ha annunciato immediatamente Guillaume Sainteny, Presidente dell’Associazione, nel corso di un punto stampa il 16 gennaio 2025.
Il rapporto MED 2050 analizza la regione nel contesto del cambiamento climatico globale e adotta un approccio sistemico che copre sette dimensioni: contesto globale, demografia, economia, ambiente, scienza e tecnologia e governance. Strutturato in cinque fasi, il rapporto offre un’analisi delle problematiche future, l’elaborazione di scenari per il 2030-2050, nonché una riflessione sulle transizioni verso lo sviluppo sostenibile.
Tre scenari considerati in particolare “riguardante”di cui molto probabilmente
Il rapporto MED 2050 propone quindi sei scenari per il futuro del Mediterraneo, ciascuno dettato dalle scelte politiche e sociali che plasmeranno la regione entro il 2050. Tra questi, tre scenari sono considerati particolarmente “riguardante”.
Il primo scenario è quello di “affari come al solito“: inerzia, emarginazione del Mediterraneo e pragmatismo. Questo scenario riflette il prolungamento delle tendenze attuali in una regione paralizzata da molteplici blocchi e dal “procrastinazione dei decisori”. Questa inerzia, associata all’emarginazione del Mediterraneo e al limitato pragmatismo, si traduce in un continuo degrado degli ecosistemi, nella frammentazione delle società, in conflitti legati all’accesso alle risorse, nonché in una perdita di influenza della regione sulla scena mondiale. Secondo Denis Lacroix, segretario generale di Plan Bleu e coautore del rapporto:“questo scenario è purtroppo il più probabile”.
Il secondo, il shock delle crisi e degli adattamenti forzatiimmaginiamo una successione o un accumulo di crisi e shock[…]
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