il commissario ammette che la sua organizzazione non ha abbastanza forza

il commissario ammette che la sua organizzazione non ha abbastanza forza
il commissario ammette che la sua organizzazione non ha abbastanza forza
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Il commissario canadese per l’informazione chiede più autorità e risorse per svolgere il suo lavoro e condurre indagini, ammettendo che la sua organizzazione manca di forza.

• Leggi anche: Accesso federale alle richieste di informazioni: fino a sette anni per avere risposte

I ritardi sono solo la punta dell’iceberg dei problemi di accesso all’informazione a livello federale. La commissaria Caroline Maynard indica che le istituzioni “sono così pessime nel gestire le proprie informazioni” che queste finiscono sparse ovunque, attraverso sistemi di comunicazione, file elettronici ed e-mail.

“Si tratta di informazioni che avrebbero dovuto essere gestite meglio”, sottolinea in un’intervista a Diario.

Riferisce che, secondo il Segretariato del Consiglio del Tesoro, nell’ultimo anno solo il 59% delle richieste di accesso ha ricevuto risposta in tempo o entro i termini di proroga. Quindi il 40% non ha rispettato la legge.

“E nei loro inventari ci sono una serie di richieste che non vengono conteggiate”, ricorda.

Cita l’esempio della Royal Canadian Mounted Police che ha 6.000 richieste di accesso alle informazioni in ritardo e che non vengono registrate in tempo.

Due anni di attesa per una denuncia

MMe Maynard ritiene che ci vorrà molto più di una modernizzazione della legge sull’accesso all’informazione, ma anche una revisione dell’intero sistema che ne consenta l’applicazione.

Una modifica alla legge nel 2019 ha conferito maggiore autorità al commissario. Ora può emettere ordini alle istituzioni. Ma non sono obbligati a rispettarlo. Vorrebbe avere più autorità e risorse per agire.

L’avvocato specializzato in accesso all’informazione Michel Drapeau calcola che il trattamento di un reclamo alla commissione richiederà fino a due anni e aggiunge che pochissime persone si imbarcheranno in un processo che produce risultati “spesso banali”. .

“Niente nella legge consente al commissario di obbligare un’istituzione a rispettarli e non esiste alcun meccanismo per monitorarli”, sottolinea. Ebbene, a cosa serve la commissione?

Il questore conferma che presentare una denuncia può rapidamente andare a svantaggio di chi la presenta.

“Ciò consente all’istituzione di essere ancora più indietro. Ciò causa ulteriori ritardi. E vediamo anche una certa tendenza: anche quando emetto un ordine, l’istituzione ha il diritto di contestarlo. Sanno che, così facendo, avranno più tempo”.

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