potrebbe accadere la catastrofe rappresentata nel film?

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Il blockbuster di Roland Emmerich ha impressionato gli spettatori quando è uscito nelle sale nel 2024. Ma i disastri legati al cambiamento climatico raccontati nel film sono davvero realistici?

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Gli incendi che hanno colpito Los Angeles all’inizio del 2025 sono un potente monito: il cambiamento climatico ha conseguenze terrificanti. Mentre gli incendi, le inondazioni e perfino la siccità continuano a fare notizia, Il giorno dopo è più attuale che mai. Questo blockbuster di Roland Emmerich, uscito nel 2004, esamina le conseguenze del cambiamento climatico. Racconta come l’arrivo di un’era glaciale devasta il mondo con tornado, piogge torrenziali o inondazioni e temperature estreme che si avvicinano ai -100°C.

Niente incendi quindi, ma veri e propri disastri causati dalla scomparsa della Corrente del Golfo, una corrente calda. Ma la trama del film catastrofico è realistica? Il produttore del film, Mark Gordon, ha spiegato alla testata che mentre si erano “presi la libertà di anticipare l’arrivo di una nuova era glaciale, la teoria secondo cui il riscaldamento globale potrebbe portare a improvvisi sconvolgimenti climatici attira sempre più attenzione.

Il nostro clima è infatti legato alla circolazione delle correnti, e in particolare alla Circolazione dell’Oceano Meridionale Atlantico (AMOC), responsabile della calda corrente del Golfo. Ciò consente in particolare all’Europa occidentale di avere inverni meno freddi rispetto al Nord America. Secondo uno studio pubblicato nel 2021, il climatologo Niklas Boers ha rivelato che è “sempre più probabile” che l’AMOC crolli. Si avvicinerebbe così al punto di non ritorno, a causa del rapido scioglimento del ghiaccio artico, che porterebbe acqua fredda alla corrente. Due scienziati dell’Università di Copenaghen assicurano sulla rivista Nature Communications (25 luglio 2023) che il collasso dell’AMOC potrebbe verificarsi tra il 2025 e il 2095. Ma questa conclusione è lungi dall’essere unanime all’interno della comunità scientifica.

La temperatura diminuisce nel corso di diversi decenni

Di conseguenza, secondo il Futurismo, potremmo trovare temperature gelide in Nord America ed Europa per centinaia o addirittura migliaia di anni. Ma il climatologo Niklas Boers si rivela più misurato di quanto il film mostra: le conseguenze del collasso della Corrente del Golfo si verificherebbero “nell’arco di diversi decenni” (mentre avviene nell’arco di diverse settimane in Il giorno dopo) e il Nord America non diventerebbe “frigido come suggerisce il film”.

Questo è ciò che Mark Gordon ha chiarito all’uscita del film: “quando gli scienziati parlano di cambiamento climatico ‘improvviso’, si riferiscono a un periodo compreso tra cinque e dieci anni, e non poche settimane, come nel film. Ma non lo facciamo pretendiamo di essere scientifici al 100%, né di coprire la questione in sole due ore. Volevamo solo offrire allo spettatore un super-spettacolo che potesse, forse, illuminarlo su un problema che riguarda tutti noi.” Se la trama di Il giorno dopo sembra davvero esagerato, questo non vuol dire che non si realizzerà mai…

Sinossi – Nessuno gli credeva. Eppure, il climatologo Jack Hall lo aveva previsto: un’era glaciale sta per invadere il globo, portando con sé devastazioni gigantesche: tornado, piogge torrenziali, inondazioni, grandine e temperature polari. In questo ambiente da incubo, un uomo parte per una New York devastata alla ricerca di suo figlio…

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