Il 12 gennaio 2010 Haiti ha vissuto uno dei più grandi disastri naturali della sua storia. Un terremoto di magnitudo 7,3 ha messo in ginocchio la prima repubblica nera indipendente del mondo. Tutto è cambiato in meno di 30 secondi di agitazione. Questo cataclisma ha portato con sé migliaia di vite, case e una parte dell’anima del Paese. Quindici anni dopo, gli haitiani rievocano ancora questo brutto ricordo. Questa tragedia resta una ferita aperta nel cuore di alcuni cittadini. Tra ricordi dolorosi e speranze di resilienza, Port-au-Princiens raccontano questa giornata che ha sconvolto le loro vite, impressa per sempre nella memoria collettiva.
Migliaia di vite distrutte, famiglie distrutte, ricordi perduti… 12 gennaio 2010, Haiti ha vissuto uno dei capitoli più bui della sua storia. Quindici anni dopo, i cittadini del paese non sono pronti a dimenticare questo giorno, come Pouchon. Attraversato al Bois Verna, ricorda ancora con tristezza questo terribile terremoto :
« Era la prima volta che partecipavo ad un evento del genere. Ha portato molta tristezza, molte lacrime. Ogni anno in questa data noi, popolo haitiano, quando ricordiamo questo evento, proviamo molto stress. Quando hai molti familiari che ti stavano aiutando e che sono morti in questo evento, porta tristezza e dolore. »
Il 12 gennaio 2010 resta una cicatrice profonda nel cuore del popolo haitiano. Per Julio, il dolore è molto personale. Suo cugino, un pilastro della sua vita che lo ha aiutato a pagarsi gli studi, non è sopravvissuto al cataclisma: “ È stato uno dei giorni che mi ha segnato di più, perché ho perso amici, membri della mia famiglia, compreso un cugino che amavo moltissimo. Purtroppo non la rivedrò mai più. È stata una giornata che ha avuto un profondo impatto su di me.. »
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« La casa cominciò a tremare con noi dentro »
Un’altra testimonianza sorprendente di questa tragedia: quella di Paulémond. Ha 63 anni, è caposquadra. Stava lavorando con i suoi amici in un edificio a due piani quando il terremoto lo ha sorpreso. Ricorda come riuscì a scappare:
« Avevo appena posato alcuni blocchi di pietra e, mentre chiacchieravo con i miei amici, la casa ha cominciato a tremare con noi dentro. Tutti correvano in una direzione diversa. Le scosse mi paralizzarono e mi lanciarono in alto, poi subito caddi con i vestiti coperti di polvere. »
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Proprio come Paulémond, anche Daphné ha vissuto l’orrore di questo momento. Lei confida che questo evento traumatico le è costato una persona cara e che non vorrebbe mai rivivere una tragedia simile: “ Il terremoto del 12 gennaio 2010 è stato un evento traumatico per quasi tutti gli haitiani, un momento che non dimenticheremo mai nella nostra storia. Personalmente ho perso un amico che mi era molto caro. Non vorremmo mai rivivere un’esperienza simile. »
E dopo quindici anni, le cicatrici lasciate dal terremoto del 12 gennaio non si sono ancora rimarginate. Ogni testimonianza è un toccante ricordo di questo dolore condiviso, ma anche della resilienza di un popolo che continua a lottare per rialzarsi dalle macerie della propria storia.
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