Il terzo anno di guerra in Ucraina si è concluso, sul campo di battaglia, così come era iniziato, facendo sprofondare ulteriormente il Paese nell’idea che il conflitto si fosse trasformato, dal punto di vista militare, nella prospettiva di una lunga guerra. Né Mosca né Kiev sono infatti riuscite, nonostante i combattimenti violenti e i notevoli sacrifici umani, a cambiare la situazione.
Questo articolo è tratto da “Rapporto mondiale, edizione 2025”gennaio-marzo 2025, in vendita nelle edicole oppure online sul sito del nostro store.
Anche politicamente ognuno è rimasto fermo sulle proprie posizioni. Il maestro della guerra, il presidente russo Vladimir Putin – che vuole la caduta del governo di Kiev e la smilitarizzazione dell’Ucraina, cioè la totale sottomissione alla Russia – ripete che gli obiettivi strategici da lui definiti devono essere raggiunti. I leader ucraini ritengono, da parte loro, di non avere altra scelta che resistere all’aggressione di Mosca se vogliono preservare l’indipendenza del loro Paese.
Il primo anno di guerra, dopo l’invasione russa del 24 febbraio 2022, è stato, per l’Ucraina, un anno di unità nazionale e di feroce resistenza. E, sul campo di battaglia, un anno di sorprese. Gli ucraini non ce l’hanno “deponi le armi”come la Russia li ha invitati a fare. L’esercito di Mosca ha sperimentato il fallimento delle sue tre offensive principali, verso le città di Kiev, Kharkiv e Odessa. È stata costretta a ritirare le sue truppe dalla periferia della capitale ucraina dopo cinque settimane di combattimenti.
Ti resta il 79,94% di questo articolo da leggere. Il resto è riservato agli abbonati.