LU, Milka, Côte d’Or… Questi marchi chiedono un aumento dei prezzi

LU, Milka, Côte d’Or… Questi marchi chiedono un aumento dei prezzi
LU, Milka, Côte d’Or… Questi marchi chiedono un aumento dei prezzi
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Nel cuore delle trattative commerciali annuali tra la grande distribuzione ed i suoi fornitori in Francia, il colosso americano Mondelez (LU, Milka, Belin, Côte d’Or) si trova ad affrontare un’ondata di critiche per le sue richieste di aumenti di prezzo ritenuti significativi.

L’azienda, intervenuta venerdì, giustifica la sua posizione facendo lievitare i costi di produzione, in particolare quelli delle materie prime come il cacao.

Aumenti dei prezzi ritenuti eccessivi

Ogni anno, da dicembre al 1 marzo, si svolgono le trattative tra distributori e produttori per definire le condizioni di acquisto dei prodotti alimentari. Queste discussioni esaminano tutto: prezzi, posizionamento sugli scaffali e campagne promozionali. Un processo che si svolge tanto attorno ai tavoli negoziali quanto attraverso i media.

Negli ultimi giorni, diversi grandi esponenti della distribuzione, come Michel-Édouard Leclerc (E.Leclerc), Thierry Cotillard (Intermarché) o Dominique Schelcher (Système U), hanno denunciato pubblicamente gli aumenti di prezzo ritenuti eccessivi richiesti da alcuni fornitori. Dominique Schelcher ha citato in particolare su BFM richieste di aumento molto ragionevoli ma anche altre che potrebbero raggiungere la “doppia cifra” da parte di alcuni grandi produttori, senza fare nomi.

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Nuovi prezzi in aumento del 24% rispetto allo scorso anno

Fonti anonime di diversi marchi, tuttavia, hanno indicato Mondelez come uno dei giocatori che offrono aumenti particolarmente elevati. Secondo un distributore intervistato dall’AFP, i prezzi iniziali presentati da Mondelez sarebbero superiori del 24% rispetto a quelli dell’anno scorso. Un’altra fonte spiega che il gruppo Mondelez si distingue per le sue esigenze che vanno ben oltre quelle dei suoi concorrenti. Queste tensioni non sono nuove. In passato, disaccordi simili avevano portato alcuni marchi a rimuovere temporaneamente i prodotti Mondelez dai propri scaffali.

Da parte sua, Mondelez giustifica questi aumenti con costi di produzione ancora elevati, legati in particolare all’esplosione dei prezzi del cacao, ma anche all’inflazione persistente nei settori dell’energia, degli imballaggi e dei trasporti. L’azienda sostiene di non aver trasferito tutti questi aumenti dal 2022, il che peserebbe sulla sua redditività in Francia, dove impiega quasi 3.000 persone distribuite su 12 siti. “Gli aumenti di prezzo sono l’ultima risorsa”, ha detto Mondelez in un comunicato stampa, precisando che questi aumenti sono stati “attentamente studiati” per continuare a fornire i prodotti attesi dai consumatori senza comprometterne la qualità.

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Prezzi non definitivi

Tali discussioni, pur segnate da tensioni, non pregiudicano i prezzi finali che i consumatori troveranno sugli scaffali. I distributori mantengono il potere di fissare i prezzi nei loro negozi. L’esito di queste trattative, che dovrebbero concludersi il 1° marzo, resta quindi incerto.

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