la stampa estera racconta la vita di Jean-Marie Le Pen

la stampa estera racconta la vita di Jean-Marie Le Pen
la stampa estera racconta la vita di Jean-Marie Le Pen
-

RASSEGNA STAMPA – La morte del fondatore del Fronte Nazionale non è passata inosservata all’estero.

Jean-Marie Le Pen, che ha attraversato la politica francese per tutta la seconda parte del XX secolo fino alla sua qualificazione al secondo turno delle elezioni presidenziali nel 2002, era conosciuto oltre i confini della Francia. “Un mostro politico scompare”così riferisce La Libre Belgique.

La stampa estera commentò ampiamente la morte del fondatore del Raggruppamento Nazionale, dedicandogli il più delle volte lunghi articoli che raccontavano le sue imprese d’armi e il modo in cui influenzò la scena politica francese, e anche europea. Per il New York Timesera quindi il sintomo di a “deriva politica a destra in Francia e in Europa in periodi di crisi economica, aumento dell’inflazione, criminalità e disoccupazione”.

Il quotidiano americano ricorda in un lungo ritratto le sue numerose dichiarazioni controverse. “Definì l’America una ‘nazione di razza mista’, liquidò le camere a gas di Hitler come ‘un dettaglio’ della storia e disse che l’occupazione nazista della Francia in tempo di guerra non era” particolarmente disumana “”.

Un altro importante quotidiano americano, il Washington Post aggiunge che questo “retorica estrema” è rimasto “ancorato nella mente di molti elettori francesi”e questo, nonostante i tentativi di demonizzare la figlia Marine Le Pen, attribuendo direttamente la recente sconfitta del Rassemblement National alle elezioni legislative dello scorso giugno al rifiuto del nome “Le Pen”.

“Un retore diabolicamente dotato”

Il giornale tedesco Il mondo assicura addirittura che Emmanuel Macron è debitore a Jean-Marie Le Pen per la sua elezione nel 2017 e nel 2022 “perché molti di coloro che hanno votato per l’attuale presidente lo hanno fatto affinché nessuna Le Pen fosse eletta” perché il fondatore del FN è rimasto “famoso” Per il “banalizzazione del nazionalsocialismo” le cui conseguenze “si fanno sentire oggi in tutta Europa”.

Il mondo mette in risalto anche le qualità politiche del personaggio e le sue doti oratorie. “Le Pen era un tribuno del popolo, un bon vivant, un retore diabolicamente dotato, un provocatore lascivo e un razzista impenitente che sapeva anche essere un affascinante anfitrione e narratore.” vi assicuriamo attraverso il Reno mentre il Washington Post riconosce nella figura del padre di Marine Le Pen a “attivista instancabile”elencando le sue cinque candidature alle elezioni presidenziali francesi, le sue elezioni all’Assemblea nazionale o al Parlamento europeo.

Leggi anche
“Non ha mai smesso di dare fastidio alla destra e ha trovato un socio, François Mitterrand”: Jean-Marie Le Pen, la storia di un tribuno

Il quotidiano precisa inoltre che Jean-Marie Le Pen ha sempre rifiutato l’etichetta di destra, sostenendo di esserlo “né destra né sinistra, ma francese”radunando a lui parte della classe operaia – “i suoi sostenitori non erano propriamente una massa di neofascisti antisemiti” specifica inoltre il New York Times-, non corrispondente al “Modello conservatore americano”.

“Fascino potente”

I tempiricorda dal canto suo un quotidiano britannico conservatore “il fascino potente” quell’uomo ha esercitato “su milioni di francesi, uomini e donne, anche su quelli che odiavano le sue opinioni”. “Amava la musica marziale e i grandi raduni in cui poteva manipolare la folla con la sua eloquenza”scrive il quotidiano d’Oltremanica, citando direttamente il personaggio: “Ho il coraggio di infrangere i tabù, di dire ad alta voce ciò che gli altri pensano segretamente.”

Sì, sì Volte ricordarglielo “Nazionalismo xenofobo, protezionista, antiamericano e ferocemente euroscettico” del padre del Fronte Nazionale, si sofferma anche sulla sua vita privata, ricordando che la sua prima moglie, dalla quale divorziò, si vendicò fingendosi “quasi nuda con l’aspirapolvere per Playboy, una risposta beffarda alla sua convinzione che il posto della donna fosse la casa”.

Come molti titoli della stampa estera, il quotidiano britannico spiega nel dettaglio la relazione che il defunto aveva con la figlia, attuale capo della RN, e all’origine di una “parricidio politico” verso suo padre “che fa eco a Re Lear”La tragedia di Shakespeare in cui un re anziano lascia il trono alle sue tre figlie.


data-script=”https://static.lefigaro.fr/widget-video/short-ttl/video/index.js”
>

“Paria” della politica

In Svizzera, Tempo menziona per primo il“imbarazzo” giornalisti francesi, “perché è mal visto parlare male dei morti”. Lo afferma il corrispondente del quotidiano ginevrino da Parigi “La destra di certi titoli francesi permetterà forse elogi che fino a qualche anno fa erano ancora impossibili”. L’articolo ritorna poi sull’itinerario di questo “figura controversa” Chi “Rimarrà l’uomo che ha permesso all’estrema destra francese di uscire dalla marginalità in cui si trovava dal 1945”. E se lo ha fatto “ha lasciato il segno nella politica francese”Anche Jean-Marie Le Pen, a volte, “ha handicappato il suo accampamento con le sue dichiarazioni d’altri tempi”.

Leggi anche
“Lo ha saputo dai giornalisti”: come Marine Le Pen è stata informata della morte del padre sull’aereo che la riportava da Mayotte

A Bruxelles, Politico raccoglilo “vita incredibile” Perché “paria” della politica francese. “Era un soldato, un parlamentare di estrema destra, un piccolo editore di musica militare e libri erotici, un attivista estremista che portava una benda sull’occhio di un pirata e fondatore del più potente partito ultranazionalista e xenofobo dell’Europa occidentale insieme a sua figlia, Navy” .

E il settimanale precisa che se Jean-Marie Le Pen non è mai riuscito a prendere il potere, se ne va comunque “un’importante eredità politica di bruciante rilevanza”. “Jean-Marie Le Pen era una figura vicina a Trump molto prima di lui”assicura i media, e “se fosse nato trent’anni dopo, il suo personaggio disinibito e straordinario avrebbe potuto essere sorprendentemente adatto agli sgargianti gusti politici dell’era dei social media”.



data-script=”https://static.lefigaro.fr/widget-video/short-ttl/video/index.js”
>

-

PREV Lo scultore di “René Magritte seduto” a Châtelet, Charles Vandevenne, è morto a 92 anni
NEXT Il Lione ufficializza l’arrivo di Thiago Almada – Francia – Olympique Lyonnais