l’ereditiera che ha tradito il patriarca dell’estrema destra

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Non c’è dubbio che la morte, avvenuta il 7 gennaio 2025, di “Le Pen”, come la chiamava sua figlia, l’avrà segnata. È stato, soprattutto nella sua infanzia, l’uomo, il grande uomo della sua vita. Resta il fatto che la scomparsa di Jean-Marie Le Pen è, per lei, quella di una persona scomparsa. Marine Le Pen “l’ha ucciso”. Spietata, lo ha giustiziato! E la FN che aveva creato, ha rafforzato le proprie ambizioni elisie, dal momento che non ne aveva abbastanza. Non aveva mai veramente desiderato il potere supremo, mentre Marine…

Implacabile, ha conservato ciò che poteva servirle, abbandonando ciò che le serviva, in particolare le sue amare provocazioni, il suo mascolinismo torturatore, il suo aperto razzismo e antisemitismo. Si separò anche da tutti quegli amari fantasmi che l’accompagnavano: i vergognosi Pétainisti, i membri perduti dell’OAS, gli indocinesi sconfitti a Dien Bien Phu, tutti quei veterani incapaci di riprendersi da tante sconfitte deprimenti.

Ha mantenuto ciò che poteva esserle utile, in particolare il suo background xenofobo e la sua inequivocabile denuncia dell’immigrazione legata all’insicurezza, ma rivestendolo di un biondo materno e rassicurante, che all’epoca avrebbe potuto attrarre un pubblico più vasto. oltre la raccolta di tutti gli storpi stantii delle ultime guerre.

Marine Le Pen: dall’ombra del padre all’ambizione elisia

Marine Le Pen ha voluto e vuole, più che mai, conquistare il Graal: l’Eliseo, mentre “l’allievo bretone” si accontentava della sua genialità come primo avversario e della corte che gli ha reso onore fino al “Naboléon”, Bruno Mégret, si alza in piedi, maestosamente giustiziato e ridicolizzato con il suo “putsch”. Per raggiungere l’Eliseo, prospettiva che aveva spaventato suo padre, dovette aprire la festa. Non poteva quindi più caricarsi di un irritante, di un “Diavolo” che rifiutava ogni tentativo di de-demonizzazione. Ma il “Diavolo” le ha preso la pelle!

Vendetta inconscia? Non era nemmeno la sua preferita, dato che questo padre assente non aveva mai nascosto la sua predilezione per Marie-Caroline, la maggiore. Quest’ultima, avendo scelto, tramite il marito, la parte perdente del “criminale” Mégret, aveva trasferito la sua predilezione sulla “pronipote”, Marion. Marine si è quindi imposta attraverso… la sua lealtà. Ha scelto la parte di suo padre, sia durante il divorzio dei suoi genitori – i bambini si sono allontanati dalla madre Pierrette, che ha posato seminuda in Playboyda quando suo marito le consigliò di “pulire la casa per vivere” – questo durante tutte le insidiose avventure che sconvolsero la storia di questo movimento di estrema destra.

Con piena fiducia e arroganza, Jean-Marie Le Pen le ha passato la presidenza del FN nel gennaio 2011, convinto di poter continuare a guidarlo attraverso di lei. Si è anche preso la libertà di rimproverarla aspramente al termine del suo primo discorso da presidente: “Devi prendere lezioni di logopedia. » Ne prese un po’. Con lui, prima osservandolo, poi imparando velocemente. E ha un temperamento… lepenista: non si lascia dettare o calpestare il suo comportamento.

La rottura con Jean-Marie Le Pen: demonizzazione versus eccesso

Ciò che seguì fu solo una serie di disaccordi, discussioni e rotture. Disaccordi, ad esempio, sulla de-demonizzazione: “il diavolo” non voleva il potere, quindi tanto vale persistere nell’eccesso! Controversie sul pensionamento, visto che Jean-Marie Le Pen voleva riportarlo a 65 anni. Controversie sulle sue divagazioni antisemite, che gli valsero numerose condanne, in particolare per la recidiva Rivarolriprendendo la sua antifona sulle “camere a gas, un dettaglio della storia della Seconda Guerra Mondiale”.

Queste provocazioni alla fine costrinsero l’ereditiera a una violenta rottura. Ha licenziato l’uomo che aveva preso il titolo di “presidente onorario”, titolo che gli è stato tolto senza colpo ferire, e lo ha addirittura escluso dal “suo movimento”, ribattezzato Raduno nazionale nonostante la sua opposizione. Questo cambio di nome diceva tutto, o quasi, del desiderio di apertura marinista, che il padre in pensione denunciò invano.

Conflitti familiari ed eredità politica: una guerra all’interno del Fronte Nazionale

Questo pensionato infuriato viene così stigmatizzato nella sua Memorie quella che aveva insediato sul trono e che lo aveva escluso dalla scena: “Marine ha sicuramente le qualità per fare politica: coraggio, risposta. Ma non ha fiducia in se stessa. Questo spiega i suoi difetti, il suo lato dittatoriale. Ero l’unica opposizione nel suo nuovo FN, ecco perché mi ha licenziato! »E paragonarla crudelmente a Marion, “questa donna eccezionalmente brillante”.

Ma era Marine a tenere il timone. E nel 2018 gli ha addirittura rifiutato di comparire nella lista del RN alle elezioni europee, come lui desiderava. Fine delle… preferenze familiari. La politica familiare è la più crudele di tutte. Non siamo mai stati traditi meglio che dalla nostra stessa gente, dicono. Ma dalla sua stessa famiglia, è anche peggio.

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