È intorno alle 13 del 7 gennaio che l’AFP apprende della morte di Jean-Marie Le Pen, fondatore del Fronte Nazionale (FN). La classe politica francese ha reagito prontamente, proprio mentre si svolgevano le cerimonie di commemorazione degli attentati contro Charlie Hebdo e Hyper Cacher.
Una “figura storica dell’estrema destra”
Pochi minuti dopo la fine della commemorazione dell’attentato all’Hyper Cacher della Porte de Vincennes, l’Eliseo ha parlato di questa scomparsa in un comunicato stampa. Descrive Jean-Marie Le Pen come una “figura storica dell’estrema destra”, che “ha avuto un ruolo nella vita pubblica del nostro Paese per quasi settant’anni” e “che ora è soggetto al giudizio della Storia”.
La Marina Militare rende omaggio a un “emblematico difensore del popolo”
Dalla parte del Raggruppamento Nazionale (ex FN), è giunto il momento di rendere omaggio all’uomo che più volte ha messo in imbarazzo il partito. Saluta l’uomo che ha fatto della preferenza nazionale un cavallo di battaglia, “un difensore emblematico del popolo”. “Con lui si apre una pagina della storia politica francese”, si legge nel comunicato stampa del partito di estrema destra. In un post su Un riferimento che può sorprendere, dato che gli atti di tortura che il defunto avrebbe compiuto quando era soldato in Algeria sono regolarmente controversi.
Éric Ciotti, nuovo compagno di viaggio della RN, descrive su X Jean-Marie Le Pen come “un uomo complesso, con zone grigie, ma anche coraggio e patriottismo sincero”.
Le parole di François Bayrou suscitano indignazione a sinistra
Da parte sua, François Bayrou scrive su Abbiamo saputo, combattendolo, che combattente fosse.
Queste parole hanno suscitato reazioni indignate, soprattutto a sinistra. “Jean-Marie Le Pen, attraverso le sue azioni e le sue parole, si è trovato fuori dal quadro repubblicano. Per questo è stato addirittura condannato. Le parole di François Bayrou sono indegne della nostra storia”, ha reagito sulla rete sociale il senatore comunista dell’Hauts-de-Seine Pierre Ouzoulias. Il senatore ambientalista del Rodano Thomas Dossus denuncia queste affermazioni, così come quelle di Bruno Retailleau, ministro degli Interni, che ha affermato: “Qualunque opinione si possa avere di Jean-Marie Le Pen, senza dubbio avrà segnato la sua epoca. L’eletto di Lione critica “un governo che rende omaggio a un propagatore dell’odio razzista, antisemita e omofobo, per evitare la censura dei suoi eredi”.
La sinistra è unanime nella denuncia di una figura associata al razzismo, alla xenofobia e all’antisemitismo
A sinistra, le reazioni sono unanimi nel denunciare le azioni e le idee di Jean-Marie Le Pen. Jean-Luc Mélenchon è tra i primi a reagire a X. Scrive: “La lotta contro l’uomo è finita. Continua quella contro l’odio, il razzismo, l’islamofobia e l’antisemitismo da lui diffuso”. L’ambientalista eletta Mélanie Vogel reagisce: “Pensieri agli algerini che ha torturato, alle vittime della Shoah che ha negato, a tutti i bersagli dell’estrema destra”. Tra i socialisti, il deputato del Calvados Arthur Delaporte prende di mira direttamente il Raggruppamento Nazionale. Gli eredi del padre sono ancora lì”.