Martedì 7 gennaio si è tenuta a Strasburgo una manifestazione in reazione alla morte del leader di estrema destra Jean-Marie Le Pen, nonostante il divieto della prefettura del Basso Reno. Per lo più giovani, i manifestanti assumono l’aspetto festoso, che considerano un « messaggio politico ».
« E tutti odiano la Marina Militare ». Canti antifascisti hanno risuonato per le strade del centro di Strasburgo questo martedì 7 giugno, poche ore dopo l’annuncio della morte di Jean-Marie Le Pen, fondatore del Fronte Nazionale. Il politico, 96 anni, è stato condannato numerose volte per aver sostenuto crimini di guerra, contestato crimini contro l’umanità, provocato odio, discriminazione e violenza razziale ed era noto per le sue osservazioni razziste. , antisemiti e negazionisti dell’Olocausto.
Il raduno è stato organizzato in tutta fretta questo martedì pomeriggio, soprattutto sui social network, dopo l’annuncio della morte. Inizialmente previsto in Place Kléber, alla fine si è svolto in Place de l’Homme-de-Fer a causa di la manifestazione programmata da tempo in omaggio alla redazione di Charlie Hebdo, 10 anni dopo gli attentati.
Anche la prefettura del Basso Reno ha fatto affidamento su questo in parte « convergenza » tra i due eventi, nonché sulla probabilità che quest’ultimo si verifichi « seguito da diversi movimenti di protesta di estrema sinistra»decretarne il divieto.
“È importante dimostrare che siamo presenti. »
Senza ritegno, i manifestanti, per lo più giovani, hanno ballato, cantato e persino acceso fuochi d’artificio « celebrare » la morte del leader politico. « È la morte di un fascista, quindi è un momento simbolico per le persone di sinistraproclama Lisa, 20 anni, studentessa di giornalismo. Naturalmente rimane una persona deceduta, con i propri cari in lutto, ma il nostro messaggio oggi è politico. È importante dimostrare che siamo presenti. »
I manifestanti hanno bruciato un manichino raffigurante Jean-Marie Le Pen, poi hanno ballato e cantato attorno alle fiamme. « Non mi scandalizza affatto che stiamo celebrando la morte di un apostolo della tortura, spazza Alain, 68 anni, in pensione dall’ispettorato del lavoro. Al contrario, è positivo che i giovani si mobilitino, oggi dovrebbero essere addirittura decine di migliaia. Ebbene, bisognava farlo molto rapidamente, quindi va bene, la mobilitazione è comunque soddisfacente. »
Il gruppo ha poi attraversato le strade del centro cittadino, regolarmente bloccate dai posti di blocco del CRS, salutato o fotografato dai residenti appollaiati alle finestre, o dai passanti. « Perché sparano fuochi d’artificio? »chiede una signora, sulla quarantina. « Per la morte di Le Pen »ribattiamo. « Oh, avrebbero potuto aspettare comunque un po’, giusto? »
Un po’ più lontano, Christiane, 75 anni, mette via il suo smartphone dopo diverse foto. « Manderò questa foto a mia figlia, la renderà feliceconfida. È piacevole vedere che la gente sa ancora che la RN è xenofoba e fascista.»