Negli occhi di Libé
pubblicato oggi alle 15:22
Manifestazione contro la presenza di Jean-Marie Le Pen e del Fronte Nazionale al secondo turno delle elezioni presidenziali, a Parigi, il 27 aprile 2002.
Elise Hardy/Gamma-Rapho
18 giugno 1984. Fino all’inizio degli anni ’80 il Fronte Nazionale era un partito di seconda fascia. Questo titolo, datato il giorno successivo alle elezioni europee del 1984, dove superò per la prima volta il 10%, simboleggia l’emergere del partito di estrema destra, e del suo leader, tra le principali forze politiche.
5 settembre 1988. Un anno dopo il suo commento sulle camere a gas, “punto di dettaglio” della seconda guerra mondiale, Le Pen lo fa di nuovo con un gioco di parole sul nome del ministro Michel Durafour. L’inizio di una lunga amicizia con l’antisemitismo.
30 marzo 1990. All’inizio degli anni ’90, il FN sognava in grande. Nelle elezioni presidenziali del 1988, il suo leader ottenne il 14,4% dei voti e si considerò un contendente credibile al potere, anche se le sue dichiarazioni antisemite o di negazione dell’Olocausto lo isolarono politicamente.
21 settembre 1998. Alla fine degli anni Novanta, nonostante i buoni risultati elettorali, scoppia la rivolta ai vertici del FN. L’ambizioso numero 2, Bruno Mégret, è esasperato dal fatto che Le Pen sia vista ormai come un peso nella conquista del potere. Imprudentemente “Libération” prevede poi la graduale cancellazione del leader del FN.
15 dicembre 1998. Bruno Mégret entra in azione e, non riuscendo a prendere il comando del FN, ne organizza la scissione. La strategia megretista decadrà rapidamente, ma l’apparato del Fronte Nazionale resterà permanentemente indebolito.
Il 21 aprile 2002, sorprendendo il Paese, Jean-Marie Le Pen raggiunge il secondo turno delle elezioni presidenziali. “Libération” gli dedica questa prima pagina emblematica e impegnata, spesso brandita nelle manifestazioni dei giorni successivi.
2 maggio 2002. Il periodo tra i due turni delle elezioni presidenziali del 2002 è stato caratterizzato da massicce mobilitazioni contro il candidato di estrema destra, rivelando il rifiuto della sua maggioranza da parte della società. Le Pen, dal canto suo, perde la campagna in queste due settimane.
6 maggio 2002. La sera del secondo turno, Jean-Marie Le Pen viene sconfitto con un punteggio storico da Jacques Chirac, grazie ad un fronte repubblicano molto ampio. Queste elezioni presidenziali saranno state il canto del cigno del vecchio tribuno di estrema destra, che sta entrando nel suo crepuscolo politico.
19 febbraio 2007. Ancora vivo? Certamente. Ma non così in forma come questo titolo teme: pochi mesi dopo, nelle elezioni presidenziali del 2007, Le Pen sarà eliminata al primo turno, in gran parte sottratta alla “destra disinibita” di Nicolas Sarkozy. Il presidente del FN resterà in carica ancora quattro anni, ma cala il sipario sulle sue ambizioni nazionali.
28 giugno 2014. Sebbene abbia lasciato il lavoro alla figlia, Jean-Marie Le Pen non riesce a decidere di andare in pensione. Tra critiche al marinismo e ripubblicazione delle sue polemiche, il vecchio tribuno gioca un ruolo che lo porterà all’esclusione dal partito che ha contribuito a fondare.