la sinistra senatoriale indignata dal tweet di François Bayrou

la sinistra senatoriale indignata dal tweet di François Bayrou
la sinistra senatoriale indignata dal tweet di François Bayrou
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Le reazioni alla scomparsa di Jean-Marie Le Pen si sono moltiplicate nelle fila del Raggruppamento Nazionale dall’annuncio della morte del cofondatore del partito della fiamma tricolore, all’età di 96 anni questo martedì 7 gennaio. Ma anche ben oltre. “Personaggio storico dell’estrema destra, ha svolto per quasi settant’anni un ruolo nella vita pubblica del nostro Paese, che è ora sottoposto al giudizio della Storia”, indica l’Eliseo in un comunicato stampa in cui il presidente si rivolge ai suoi “condoglianze” alla famiglia e ai cari di Jean-Marie Le Pen.

Meno concisi: i messaggi postati dal primo ministro François Bayrou e dal suo ministro degli Interni, Bruno Retailleau, sul social network Marie Le Pen è stata una figura della vita politica francese. Combattendolo sapevamo che combattente era”, scrive il capo del governo. “Si sta voltando una pagina nella storia politica francese”, ritiene Bruno Retailleau. “Qualunque opinione si possa avere di Jean-Marie Le Pen, senza dubbio avrà lasciato il segno nella sua epoca”, insiste il Vandeano.

“Le parole di Bayrou non sono degne della nostra storia”

Sui social network e la discriminazione. “La vergogna e l’umiliazione fino alla fine di François Bayrou e Bruno Retailleau. Abbiamo quindi un governo che rende omaggio a un propagatore dell’odio razzista, antisemita e omofobo, per evitare la censura dei suoi eredi”, scrive l’ecologista Thomas Dossus. Un riferimento ai 12 deputati del Raggruppamento Nazionale, che potrebbero in qualsiasi momento censurare il governo aggiungendo la loro voce a quella di Insoumise.

“L’antisemitismo, il revisionismo, il razzismo e l’omofobia non sono polemiche. Jean-Marie Le Pen, attraverso le sue azioni e le sue parole, si è trovato fuori dal quadro repubblicano. Per questo è stato addirittura condannato. Le parole di Bayrou non sono degne della nostra storia», lamenta il comunista Pierre Ouzoulias, nipote di un combattente della resistenza. Stesso fastidio tra il socialista Rachid Temal, che invita il primo ministro alla “decenza”.

“Jean-Marie Le Pen non era un leader politico come gli altri”

“Rendere omaggio alla sua memoria significa assumersi una responsabilità molto pesante. Sappiamo che il governo del Primo Ministro si trova in una situazione precaria, ma è ora di rendere omaggio a un fanatico razzista e antisemita…”, gli fa eco il collega Ian Brossat, senatore del PCF di Parigi, al Senato pubblico. “Jean-Marie Le Pen non è stato un leader politico come gli altri, ha instillato per tutta la vita il veleno dell’odio e della divisione nel dibattito politico”, avverte l’eletto.

Il socialista Laurence Rossignol chiede all’inquilino di Matignon di “scusarsi, apertamente, molto apertamente”. Un po’ prima oggi, in modo più laconico ma non per questo meno incisivo, l’ex ministro di François Hollande ha riproposto una semplice caricatura del fumettista Charb, una delle vittime dell’attentato a Charlie Hebdo.

Vediamo il patriarca dell’estrema destra francese esclamare: “Io sono razzista, perché tu no? » Questo martedì, la morte di Jean-Marie è stata annunciata durante la cerimonia di commemorazione del 10e anniversario dell’attentato jihadista che provocò dodici morti il ​​7 gennaio 2015 all’interno della redazione del settimanale satirico.

Eletta dai francesi all’estero, l’ecologista Mélanie Vogel ha rivolto un pensiero alle minoranze che sono state regolarmente bersaglio di attacchi da parte di Jean-Marie Le Pen nel corso della sua lunga carriera politica. “Jean-Marie Le Pen è morto. Pensieri agli algerini che ha torturato, alle vittime della Shoah che ha negato, a tutti i bersagli dell’estrema destra. Le sue idee e il pericolo che rappresentano per le nostre democrazie sono molto vivi. Battiamo finalmente i suoi eredi», scrive la senatrice sul suo account X.

“Ha dedicato la sua vita alla Francia, ha alimentato il dibattito, ha lasciato un’eredità”

A destra dell’emiciclo, le poche reazioni espresse pubblicamente alla scomparsa di Jean-Marie Le Pen provengono per lo più da sostenitori della destra conservatrice. “Difensore della nazione, combattente francese e uomo convinto, il suo lato oscuro e i suoi errori purtroppo hanno segnato in modo duraturo la sua carriera e le sue lotte”, constata il senatore delle Bouches-du-Rhône Stéphane Le Rudulier, ex portavoce di Eric Ciotti. “Jean-Marie Le Pen ha fatto commenti inaccettabili, proposte che troppo spesso si allontanavano dal quadro repubblicano, ma ha dedicato la sua vita alla Francia”, osserva Valérie Boyer, anche senatrice delle Bouches-du-Rhône.

“Jean-Marie Le Pen è stato a volte eccessivo, a volte scandaloso o riprovevole. Ma ha dedicato la sua vita alla Francia, ha alimentato il dibattito, ha lasciato un’eredità e ha partecipato alla vita democratica. Non esiste democrazia onorevole senza dissenso! », assicura dal canto suo il senatore della Côte-d’Or Alain Houpert, che ha scelto di sponsorizzare Éric Zemmour nelle ultime elezioni presidenziali.

Da notare che molti senatori contattati dal Senato Pubblico, di destra e di sinistra ma anche nelle file macroniste, non hanno nascosto il loro imbarazzo e hanno preferito non commentare la morte dell’ex presidente del Fronte Nazionale.

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