Le Pen è morta, la lotta continua – Libération

Le Pen è morta, la lotta continua – Libération
Le Pen è morta, la lotta continua – Libération
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La morte del fondatore del Fronte Nazionale, avvenuta il 7 gennaio 2025 all’età di 96 anni, non segna la fine del movimento rilanciato nel Raggruppamento Nazionale da sua figlia Marine Le Pen. Al contrario, l’estrema destra non è mai sembrata così vicina al potere. Contro i suoi valori xenofobi e mortali, Libé ha guardato, guarda e guarderà.

“Non”. Jean-Marie Le Pen è morto ed è questa parola che si impone naturalmente: questo “non” che riassume il lungo confronto tra Liberazione e colui che per decenni ha incarnato il volto dell’estrema destra francese. Questo “non” apparso massicciamente sulla prima pagina del nostro giornale il 22 aprile 2002, il giorno dopo la prima qualificazione di un candidato di estrema destra al secondo turno delle elezioni presidenziali, copertina di Libe che fu brandito da migliaia di armi nella grande manifestazione del 1° maggio successivo che contribuì a sbarrargli la strada verso l’Eliseo. Questa prima pagina segna la storia del nostro giornale. Il simbolo della nostra opposizione determinata a vedere l’estrema destra prendere il potere in Francia. L’incarnazione di un filo conduttore giornalistico e civico a favore di valori totalmente opposti a quelli del Fronte Nazionale di Jean-Marie Le Pen ieri, del Raggruppamento Nazionale guidato da sua figlia Marine Le Pen oggi.

Questo “no” è la norma del nostro rifiuto della giustificazione della tortura in Algeria, della negazione dei crimini nazisti, dell’antisemitismo, del razzismo consustanziale al FN, della sua preferenza nazionale, dell’odio anti-queer, della del vile “AIDS”, della visione rancida di una Francia petainista, che si inginocchia davanti ai fondamentalisti cattolici, dell’ossessione anti-immigrazione allora non ancora denunciata “teoria della grande sostituzione”, questo elenco non è, lungi dall’essere, esaustivo.

Jean-Marie Le Pen è morto. Evidentemente non fa parte dei nostri valori gioire per la morte di un uomo – nonostante la durezza delle nostre battaglie. Ma quando si volta pagina nella storia dell’estrema destra di questo paese, dovremmo specificare che questo evento non cambia nulla nei nostri impegni repubblicani? L’estrema destra è più potente che mai. Questa osservazione ovviamente ci costringe a chiederci come combattere, giornalisticamente, contro il Raggruppamento Nazionale. Richiede anche che siamo più sicuri che mai dei nostri valori e non lasciamoci ingannare dall’impresa di de-demonizzazione in atto da quando il padre è stato nascosto dalla figlia.

Ultimo episodio di questa strategia del guanto di velluto: il successo elettorale del RN alle ultime elezioni legislative. Entrando in forza nell’Assemblea nazionale, il partito ha avuto il potere di dire basta all’esperimento barocco del governo Barnier. Il suo successore François Bayrou potrebbe subire la stessa sorte in qualsiasi momento. Una vittoria presidenziale, nell’agenda di imperi economici, mediatici e digitali ultrapotenti, non è mai stata così probabile. Motivo in più per non rinunciare a combattere questa battaglia culturale, soprattutto perché la base ideologica resta nel 2024 nauseante come prima, con qualche sfumatura. COSÌ, Liberazione ha, durante le ultime elezioni legislative, nel giugno 2024, ampiamente documentato il profilo dei candidati RN, dimostrando che i legami della formazione guidata da Marine Le Pen con l’ambito fascista e con gruppetti estremisti molto sgradevoli sono lungi dall’essere spezzati. Jean-Marie Le Pen è morto. Sfortunatamente lascia l’eredità di un’estrema destra molto viva. A cui Liberazione continuerà, nonostante le difficoltà, a dire “no”.

Belgio

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