Jean-Marie Le Pen è morto questo martedì 7 gennaio 2025, all’età di 96 anni.Il Presidente della Repubblica esprime le sue condoglianze alla famiglia e ai suoi cari“scrive l’Eliseo in un comunicato stampa. “Figura storica dell’estrema destra, ha ricoperto per quasi settant’anni un ruolo nella vita pubblica del nostro Paese, oggi sottoposto al giudizio della Storia“, ritiene la Presidenza della Repubblica.
Reagendo a X (ex-Twitter), il Primo Ministro, François Bayrou evoca anche la scomparsa di un “figura della vita politica francese“: “Sapevamo, combattendolo, che combattente fosse“scrive, sottolineando anche il ruolo di “controversie che furono [l’]arma preferita” dal cofondatore del Fronte Nazionale. Il Ministro dell’Interno Bruno Retailleau ritiene, da parte sua, che Jean-Marie Le Pen “avrà senza dubbio segnato la sua epoca“:”Oggi si volta una pagina della storia politica francese“.
La Rn rende omaggio a un “visionario”
Dal lato del Raduno Nazionale gli omaggi si moltiplicano. Il presidente del partito, Giordano Bardellasaluta su X la memoria di Jean-Marie Le Pen, che “ha sempre servito la Francia, ne ha difeso l’identità e la sovranità“. Il deputato della Marina Militare Sébastien Chenu aggiunge, accogliendo con favore l’azione “di un immenso patriota, visionario e incarnazione del coraggio“. E da aggiungere che Jean-Marie Le Pen, che “amava la Francia“ed è”entrato nella sua storia“. Sulla stessa linea il suo collega Tommaso Menage evoca un “precursore del movimento nazionale“, chi ha”denunciato prima di tutti il cammino intrapreso dalla Francia“.
E in un comunicato stampa, il Raduno nazionale qualifica il cinque volte candidato alle elezioni presidenziali “visionario, imponendo nel dibattito pubblico i grandi temi che strutturano la vita politica odierna” e salutare”un combattente indomabile al servizio di una visione orgogliosa e conquistatrice della Francia“.
Alleata del partito di Marine Le Pen, presidente del gruppo “Unione dei Diritti per la Repubblica” dell’Assemblea Nazionale, Eric Ciottirende omaggio a Jean-Marie Le Pen, che fu “profondamente francese e servì la Francia con passione“: “Era un uomo complesso, con zone d’ombra, ma anche coraggio e patriottismo sincero.“scrive.
“Fu tra i primi ad allertare la Francia delle minacce esistenziali che l’attendevano“, afferma dal canto suo Eric Zemmour sul suo account X.”Ecco l’esempio di un combattente che ha corso il rischio di dire la verità e… che è stato ostracizzato“, ha reagito anche Cristina Boutin, Mentre Nicolas Dupont-Aignanche ha concluso un accordo governativo con Marine Le Pen tra i due turni delle elezioni presidenziali del 2017, evoca la scomparsa di un “monumento della vita politica francese“.
“Eredi più forti che mai” secondo la sinistra
A sinistra le reazioni sono ovviamente molto diverse. Il coordinatore nazionale di La France insoumise, Manuel Bomparddenuncia “un nemico della Repubblica“, “un nostalgico della collaborazione, un carnefice di torture, un razzista e un antisemita“. Jean-Luc Mélenchon condanna, dal canto suo, i fatti”insopportabile” di Jean-Marie Le Pen e chiede “continuare“IL”lottare contro l’odio, il razzismo, l’islamofobia e l’antisemitismo da lui diffusi“. E secondo il deputato della LFI Louis BoyardJean-Marie Le Pen “non merita alcun tributo“.
E il portavoce del gruppo “Ecologista e Sociale” dell’Assemblea, Beniamino Lucasper avvisare: “Se Jean-Marie Le Pen era diventato un punto di riferimento nella vita politica per almeno un decennio, i suoi eredi sono più forti che mai, più pericolosi che mai“. Il suo collega François Ruffin abbonda, ritenendo che il “idee razziste” dell’ex leader del FN, descritto come “fascista d’altri tempi““ancora da combattere“. “Gli eredi del padre sono ancora lì“ scrive, dal canto suo, il deputato del gruppo “Socialisti”. Arthur Delaporte.