Dieci anni fa l’orrore degli attentati “Charlie Hebdo” e Hyper Cacher

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Dieci anni fa, esattamente il 7 gennaio 2015, la redazione di Charlie Hebdo fu vittima di un attentato terroristico di stampo islamista dopo la pubblicazione delle caricature del profeta Maometto. Due giorni dopo, il 9 gennaio 2015, un negozio Hyper Cacher a Porte de Vincennes è stato preso di mira dai terroristi. In totale il bilancio delle vittime è salito a 17, di cui 12 durante l’attacco al giornale satirico.

Martedì 7 gennaio sono previste diverse cerimonie per rendere omaggio alle diciassette vittime degli attentati del gennaio 2015.

M.Alexandre/AFP/AFP

Dodici persone sono state uccise nella sede di Charlie Hebdo, tra cui otto membri della redazione del giornale satirico. Anche un agente di polizia che proteggeva Charb e un altro che ha cercato di intervenire per strada dopo l’attacco sono stati uccisi dai fratelli Kouachi.

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L’8 gennaio, Amedy Coulibaly, complice dei fratelli Kouachi, ha assassinato un agente della polizia municipale a Montrouge prima di uccidere il giorno successivo quattro persone di fede ebraica durante una presa di ostaggi in un supermercato Hyper Cacher a Porte de Vincennes.

L'emozione è forte nella capitale parigina dove gli abitanti si riuniscono in Place de la République, ma anche in tutta la Francia dove si organizzano manifestazioni, come qui a Lione.
Pascal Fayolle/SIPA/ Fidanzata

L’emozione è forte nella capitale parigina dove gli abitanti si riuniscono in Place de la République, ma anche in tutta la Francia dove si organizzano manifestazioni, come qui a Lione.

Laurent Sourisseau, detto Riss, è rimasto ferito alla spalla durante la sparatoria. Succede a Charb, ucciso nell'attentato, come direttore editoriale di Charlie Hebdo.
Gautheron Pierre-PISCINA/RAGAZZA/ Fidanzata

Laurent Sourisseau, detto Riss, è rimasto ferito alla spalla durante la sparatoria. Succede a Charb, ucciso nell’attentato, come direttore editoriale di Charlie Hebdo.

Una manifestazione in Place de la République a Parigi, dopo l'attacco del 7 gennaio alla redazione della rivista satirica Charlie Hebdo.
E-Feferberg/AFP

Una manifestazione in Place de la République a Parigi, dopo l’attacco del 7 gennaio alla redazione della rivista satirica Charlie Hebdo.

L’emozione e l’indignazione suscitate dagli attentati terroristici del gennaio 2015 hanno provocato un’ondata di manifestazioni a sostegno delle vittime in tutto il mondo. E lo slogan “je suis Charlie” si sta diffondendo ed è disponibile in molte lingue per difendere la libertà di espressione.
J-Carstensen/ Alleanza DPA Picture tramite AFP

L’emozione e l’indignazione suscitate dagli attentati terroristici del gennaio 2015 hanno provocato un’ondata di manifestazioni a sostegno delle vittime in tutto il mondo. E lo slogan “je suis Charlie” si sta diffondendo ed è disponibile in molte lingue per difendere la libertà di espressione.

La comunità ebraica è fortemente colpita dall'attacco antisemita del 9 gennaio che è costato la vita a quattro persone tra i 20 ei 63 anni. Sono state assassinate dal jihadista Amedy Coulibaly, poi uccise dalla polizia.
H.Lucas/AFP/AFP

La comunità ebraica è fortemente colpita dall’attacco antisemita del 9 gennaio che è costato la vita a quattro persone tra i 20 ei 63 anni. Sono state assassinate dal jihadista Amedy Coulibaly, poi uccise dalla polizia.

Il processo per gli attentati di gennaio si è svolto in appello nel dicembre 2020 davanti alla Corte d'assise speciale di Parigi. Gli undici imputati presenti sono stati condannati a pene da 4 a 30 anni di carcere. Un altro, presunto morto, all'ergastolo.
M.Williams/AFP/AFP

Il processo per gli attentati di gennaio si è svolto in appello nel dicembre 2020 davanti alla Corte d’assise speciale di Parigi. Gli undici imputati presenti sono stati condannati a pene da 4 a 30 anni di carcere. Un altro, presunto morto, all’ergastolo.

Un affresco dell'artista Christian Guemy, in arte C215, per rendere omaggio alla redazione di Charlie Hebdo.
JF Rollinger/ Solo la Francia tramite AFP

Un affresco dell’artista Christian Guemy, in arte C215, per rendere omaggio alla redazione di Charlie Hebdo.

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