Quel giorno, quando cominciò la strage editoriale di Charlie, ero al museo Guimet. Quando la notizia è stata lanciata dall’allerta dell’AFP, ho mollato tutto per andarci – il che è stato inutile – perché in quel momento ero legato personalmente e politicamente a diverse persone della redazione. Questo giorno non può essere cancellato dai ricordi dopo tali circostanze. La verità è che in quel momento il significato e l’impatto politico erano assolutamente assenti dalla mia mente. L’unica cosa che mi colpì fu lo stupore di sapere che, dietro le mura dell’edificio, c’era la nostra gente, fatta a pezzi dai proiettili degli assassini. È successo lo stesso per strada, dopo che mi è stato detto come era morto lo sfortunato poliziotto che si trovava sulla strada dei criminali.
In generale, nelle nostre società, la morte è tenuta lontana da tutti gli occhi. Non sappiamo convivere con questa realtà finché la vita non la porta nelle nostre case, tra i nostri cari. E allora tutti provano lo stesso stupore secolare che è senza dubbio alla base di ogni nostra costruzione di idee. È positivo che stia facendo il suo lavoro. La morte degli altri è l’esperienza dell’indicibile. Ecco perché di fronte alla morte dobbiamo soprattutto noi stessi ai morti, cioè alla crudeltà della separazione senza appello. La politica viene dopo.
La morte politica è presente nella mia vita da molto tempo, fin dall’infanzia nel contesto delle lotte di liberazione indipendentista del Maghreb, poi in quello delle lotte contro le dittature latine, poi qui con gli attentati alla metro e quelli poi e seguenti come quelli del Bataclan. Nella lotta politica, faccio politica.
La cosa peggiore in tali circostanze è facilitare il lavoro del nemico. Gli assassini sanno che non spaventano chi vuole affrontarli. Il loro obiettivo principale è quindi dividerci per indebolirci. Per questo mi sono impegnato, ogni volta, per quanto ho potuto, su questo versante della vita politica. E continuo con questo spirito.
Per questo pubblico nuovamente ciò che ho imparato come lezione da questo crimine nel momento in cui ebbe luogo la carneficina del Bataclan. Continuo a identificarmi con questo ragionamento e a proporlo agli altri.
Belgio