Ha portato l’estrema destra francese al secondo turno delle elezioni presidenziali. Ancor di più, pose questa tendenza politica al centro della politica francese, rompendo i tabù e mandando in frantumi le convenzioni anche se ciò significava dividere la società. Jean-Marie Le Pen, ex presidente del Fronte Nazionale (FN), è morto questo martedì 7 gennaio all’età di 96 anni, lo ha annunciato la sua famiglia all’AFP.
Nato il 20 giugno 1928, si impegnò molto presto nella politica, diventando giovane deputato della Senna (il dipartimento di Parigi) nel 1956, sotto l’etichetta del movimento di Pierre Poujade. Già populista, si distingue per le sue capacità comunicative e la sua abilità politica. Assunse la presidenza del FN quando fu creato per le elezioni legislative del 1973 dal movimento di estrema destra Nuovo Ordine. Nel corso dei decenni il partito crebbe e, attraverso polemiche e provocazioni mediatiche, guadagnò terreno elettorale. Al punto da entrare nella storia, il 21 aprile 2002, quando Jean-Marie Le Pen si qualificò al secondo turno delle elezioni presidenziali davanti al socialista Lionel Jospin.
Provocazioni e convinzioni
È stato poi battuto da Jacques Chirac e ha ottenuto solo il 17,79% dei voti. Ma questo traguardo permetterà a sua figlia, Marine Le Pen, di ottenere altre vittorie, qualificandosi per due volte al secondo turno delle elezioni presidenziali. Nonostante le forti tensioni con la figlia, che sta avviando una strategia di demonizzazione del Fronte Nazionale, resta presidente onorario del FN.
Deputato al Parlamento, consigliere regionale, consigliere europeo… Se la vita politica di Jean-Marie Le Pen è stata intensa, il suo curriculum non è stato particolarmente brillante. La storia ricorda soprattutto i suoi numerosi colpi di stato e provocazioni. Nel 1987, interrogato nel “Grand Jury” di RTL sull’uccisione di massa degli ebrei nelle camere a gas da parte dei nazisti, sostenne che si trattava solo di “un dettaglio nella storia della Seconda Guerra Mondiale”. Seguono le condanne del tribunale.
Jean-Marie Le Pen è tanto un marchio politico quanto una saga familiare, trasmessa dai media da sessant’anni. Jean-Marie Le Pen sposò Pierette Lalanne nel 1960, dalla quale ebbe tre figlie: Marie-Caroline, Yann e Marine. La sua relazione con la prima moglie va male e lei, per provocazione, posa nuda in “Playboy”. La coppia si separò nel 1987; Jean-Marie Le Pen si risposò nel 1991 con Jany Paschos.
Leggi anche > Il Raduno Nazionale: come si costruì un impero attorno alla famiglia Le Pen
Jean-Marie Le Pen e i diritti delle donne: un non-soggetto per il leader dell’estrema destra
L’uomo che è stato candidato al Fronte Nazionale in ogni elezione presidenziale per quattro decenni non ha mai nascosto la sua mancanza di interesse per i diritti delle donne. Il 13 aprile 2007, per la prima volta, sollevò l’argomento durante un’intervista a ELLE – che poi diede la parola a tutti i candidati. “Le vostre tre misure a favore delle donne? », gli chiediamo. “Il primo è il reddito parentale, la cui composizione ho spiegato prima, che dovrebbe consentire alle donne che lo desiderano di allevare i propri figli almeno fino all’età di 10 anni. Il secondo è forse una misura a favore della perequazione dei salari, anche se sarebbe essere necessario ottenere il sostegno e l’accordo delle organizzazioni sindacali dei datori di lavoro e dei lavoratori. Il terzo: non lo so. » Un programma con scarso sostegno in questo settore.