Dieci anni dopo l’attentato alla redazione del quotidiano Charlie Hebdo il 7 gennaio 2015, la Fondazione Jean-Jaurès ha realizzato con Ifop e in collaborazione con Charlie Hebdo un’importante indagine sul rapporto che i francesi hanno con le vignette della stampa, le caricature e le risate in generale, nonché sul loro sostegno alla libertà di espressione, Charlie Hebdo e le sue battaglie, di cui ecco i principali insegnamenti:
Una società francese sempre più impegnata a favore della libertà di espressione e del diritto alla blasfemia
- Nel 2012, solo una ristretta maggioranza dei francesi (58%) considerava la libertà di espressione e di caricatura un diritto fondamentale, rispetto al 76% di oggi (+18 punti).
- La maggioranza dei francesi (56%) ritiene che si possa fare umorismo sulla morte o sulla nazionalità delle persone (55%), sul comportamento sessuale delle persone (51%, + 14 punti dal 2006) o sulla loro origine etnica (+20 dal 2006). 2006). Alcuni temi rimangono tuttavia delicati: meno di un terzo dei francesi ritiene positivo ridere della Shoah (28%) e dei genocidi armeni o tutsi (26%).
- Nel febbraio 2020, la metà dei francesi (50%) si è dichiarata favorevole alla legge del luglio 1881 sulla libertà di stampa che autorizza l’espressione di critica e di scherno contro le religioni, rispetto al 62% di oggi (+12 punti).
- Nel settembre 2012, il 47% dei francesi credeva al giornale Charlie Hebdo non avrebbero dovuto pubblicare le caricature di Maometto perché rischiavano di provocare nuove tensioni, rispetto a solo il 24% di oggi.
Pratica regolare di lettura di vignette giornalistiche e Charlie Hebdo
- Molti francesi “consumano” le vignette della stampa: il 72% le ha già lette su carta stampata o su Internet durante la loro vita, di cui il 34% negli ultimi tre mesi.
- Il 59% dei francesi afferma di aver letto articoli di stampa o vignette Charliesia su carta che su internet.
Ma una graduale erosione della capacità di mobilitarsi di fronte agli attacchi
- Se si fossero incontrati di nuovo oggi, nel gennaio 2015, il giorno dopo l’aggressione commessa contro i giornalisti a Charlie Hebdosolo sette francesi su dieci (71%) parteciperebbero al minuto di silenzio organizzato in omaggio, rispetto all’80% nell’agosto 2020 (-9 punti in quattro anni). Meno della metà (44%) parteciperebbe alle marce repubblicane organizzate sotto lo slogan “Je suis Charlie” (anche questo -9 punti).
Di fronte alla prima pagina di Cabu del numero 712, che denuncia il fondamentalismo e l’estremismo islamico, la reazione dei francesi è per lo più positiva
- Chiamati ad esprimersi liberamente in prima pagina, la metà (50%) dei francesi cita elementi “positivi”, contro solo il 12% che esprime sentimenti negativi o contraddittori con l’intenzione del vignettista.
- A stragrande maggioranza, i francesi danno una lettura corretta della prima pagina: il 72% indica che gli obiettivi di questa vignetta sono fondamentalisti musulmani, solo l’11% ritiene che siano tutti i musulmani ad essere presi di mira da questa vignetta, mentre quel 10% penso che sia lo stesso Maometto ad essere preso di mira.
Leggete la pubblicazione della Fondazione Jean Jaurès : 2015-2025: una vittoria postuma per Charlie (ma per quanto tempo?) – Fondation Jean-Jaurès
Leggi l’articolo di Charlie Hebdo : Le caricature di “Charlie”: tre quarti dei francesi sono per – Charlie Hebdo