La storica leader dell’estrema destra francese è morta all’età di 96 anni. Sua nipote, Marine Le Pen, sogna elezioni presidenziali anticipate che potrebbe vincere lei. L’internazionale radicale, sostenuta da Trump e Musk, continua a crescere. Una tempesta si sta abbattendo sull’Europa.
Jean-Marie Le Pen è morto alla rispettabile età di 96 anni. Con la partenza dello storico leader del Fronte Nazionale si chiude un’epocaquella in cui il suo arrivo a sorpresa al secondo turno delle elezioni presidenziali, nel 2002 contro Jacques Chirac, sbalordì il Paese. Erano ancora tempi in cui l’estrema destra veniva denunciata, additata, la sua pericolosità spiegata in tutti i media.
Oggi sua nipote Marine Le Pen è una candidata fondamentale al secondo turno, bloccata da un fronte repubblicano che perde forza da un’elezione all’altra. La strategia di demonizzare il Raggruppamento Nazionale sta funzionando: un recente sondaggio della Fondazione Jean Jaurès ha dimostrato che un numero crescente di francesi ritiene che non si debba temere la sua ascesa al potere.
Senza un’impennata dell’ultimo minuto, il Raggruppamento Nazionale avrebbe potuto vincere a mani basse le elezioni legislative, dopo lo scioglimento deciso dal presidente Emmanuel Macron. Da allora, il partito di estrema destra ha tenuto sotto controllo governi fragili che cercano di governare la Repubblica. E trae vantaggio dal caos.
Il sogno del potere
“Impegnato sotto l’uniforme dell’esercito francese in Indocina e Algeria, tribuna del popolo all’Assemblea nazionale e al Parlamento europeoha sempre servito la Francia, ne ha difeso l’identità e la sovranità”: così Jordan Bardella, presidente della Rn, saluta la memoria di Jean-Marie Le Pen.
Qualcosa però è cambiato: se i suoi successori parlano di lui come di “tribuno del popolo”, ora sognano di occupare le più alte cariche. In modo più sottile di Jean-Luc Mélenchon (LFI), Marie Le Pen si atteggia a madre della nazione e suggerisce che Emmanuel Macron, all’origine degli attuali CGAO, si dimetta.
In caso di elezioni presidenziali anticipate, che Macron rifiuta, avrebbe avuto la possibilità di vincere. Con il passare del tempo e della stagnazione politica, la diga gradualmente svanisce. Il repubblicano Eric Ciotti ha indicato la strada, altri potrebbero seguirla e permettere all’estrema destra di salire al potere.
Un grosso ostacolo: il processo sui posti fittizi al Parlamento europeo potrebbe impedire a Marine Le Pen di candidarsi. Jordan Bardella è in agguato. Con la faccia liscia e un’ostentata identificazione con il gollismo – denunciato dai suoi sostenitori storici.
In tutta Europa
Il sogno dell’arrivo al potere l’estrema destra lo coltiva in tutta Europa. Questo è già il caso in Italia, nei Paesi Bassi, presto in Austria, senza dimenticare gli “illiberali di Ungheria o Slovacchia.
L’internazionale radicale continua a crescere, spinta dal ritorno di Donald Trump negli Stati Uniti e rafforzato dal sostegno mostrato con grande rinforzo dei messaggi di Elon Muskl’imprenditore che divenne il piantagrane di Make America Great Again. Ha manifestato apertamente il suo sostegno ai neonazisti dell’AfD in Germania, in vista delle elezioni legislative di febbraio. Ai nazionalisti anti-migranti di Nigel Farage anche nel Regno Unito, denunciando costantemente l’azione del governo laburista.
Sullo sfondo della guerra in Ucraina, una tempesta marrone ricolorata con una patina di rispettabilità potrebbe soffiare sull’Europa. In Belgio, se il governo dell’Arizona deve assolutamente vedere la luce, è anche per evitare che Vlaams Belang approfitti di possibili elezioni anticipate.
I tempi sono cambiati, ma la minaccia persiste. Il nazionalismo anti-migranti non ha mai fornito soluzioni costruttivema ha sempre generato drammi e distruzione.